Macerie e speranza nella Striscia di Gaza

Le truppe di terra israeliane hanno abbandonato la Striscia. Abbattuti 32 tunnel di Hamas, ma le Nazioni Unite chiedono a Israele di assumersi la responsabilità dei “crimini di guerra”

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Come previsto dalla tregua iniziata stamattina, le forze militari di terra israeliane hanno abbandonato la Striscia di Gaza e si sono dispiegate di nuovo su posizioni di difesa, entro i confini di Israele. Alle loro spalle hanno lasciato le infrastrutture strategiche di Hamas in gran parte rase al suolo (si parla di 32 tunnel distrutti), ma anche un bilancio di vittime che desta sconcerto.

L’Unicef ha denunciato in queste ore che dall’inizio dell’operazione israeliana sulla Striscia, hanno perso la vita 408 bambini, dei quali almeno il 70% minore di dodici anni di età. In totale, ha riferito l’agenzia delle Nazioni Unite, i bambini rappresentano il 30 per cento delle vittime civili (che sono circa 1860). Ai minori uccisi, l’Unicef aggiunge che 2.744 bambini sono rimasti feriti mentre 373mila necessitano di assistenza psicologica specializzata.

E mentre l’alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha nuovamente chiesto a Israele che si assuma la responsabilità per “le crescenti prove di crimini di guerra a Gaza”, l’opinione pubblica mondiale si augura che i colloqui di pace previsti a Il Cairo producano effetti positivi. Fonti aeroportuali della capitale egiziana riferiscono che “una delegazione israeliana è attesa a Il Cairo nelle prossime ore” per prendere parte ai negoziati con la controparte palestinese.

La fonte conferma quanto diffuso stamattina dall’Agenzia egiziana Mena, secondo la quale Azzam al-Ahmed, un importante esponente di Fatah e consigliere del presidente palestinese Abu Mazen, avrebbe dichiarato che nei prossimi tre giorni responsabili egiziani terranno colloqui con entrambe le parti per raggiungere un accordo di tregua e porre fine alla guerra.

“Dobbiamo fare la pace con Abu Mazen e fermare questi terroristi (Hamas, ndr)”, è l’invito di Shimon Peres, presidente di Israele fino a poche settimane fa, quando è scaduto il suo mandato. Lo stesso Peres ritiene che “l’Europa ha fatto una buona proposta, che dovremmo accettare. Se Palestina e Israele trovano un accordo, potrebbero essere affiliati all’Europa, con uno statuto speciale”.

Scenari di riconciliazione che sembra non riconoscere, all’orizzonte, padre Pierbattista Pizzaballa. In un’intervista alla Radio Vaticana il custode di Terra Santa ha dichiarato: “La mia sensazione è che non ci saranno grossi cambiamenti. Non credo che la Striscia di Gaza sarà improvvisamente smilitarizzata. Penso che questa situazione resterà ambigua come lo è ora, per ancora molto tempo”.

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ZENIT Staff

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