Eucaristia / Wikimedia Commons - Nheyob, CC BY-SA 4.0

Ma il cristiano sa di essere sacerdote, re e profeta?

L’Eucaristia sconfigge il vizio, non può convivere con esso, ma prepara l’uomo nuovo a vivere pienamente le virtù

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Con la venuta di Cristo cambia la storia, si ricompongono i cieli. Si realizza la profezia  del Salmo 110 che, di per se stessa, rappresentava allinterno dellAntico Testamento una rivoluzione senza precedenti, visto che i poteri tra re, sacerdote e profeta erano allora ben distinti: Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek. Chiaro il significato nelle parole di mons. Di Bruno, assistente centrale del Movimento Apostolico: In questo Salmo diviene esplicito: Il Messia (Re) è anche Sacerdote. Messia e Sacerdote sono una cosa sola. Non è però Sacerdote alla maniera di Aronne, bensì alla maniera di Melchisedek. Non offre il sangue dei tori e dei vitelli. Il Messia – Sacerdote offre a Dio pane e vino. È questo il grande mistero dellEucaristia, sacramento del suo corpo e del suo sangue.  
Cristo sarà anche profeta. In Lui diventano una unica cosa sacerdozio, regalità e profezia. Un mistero che si ricompone ogni qualvolta si battezzi un bambino, consegnando allumanità un nuovo cristiano. Questa verità è manifestata nel primo rito esplicativo, quando il sacerdote unge il bambino con il sacro crisma, dichiarandolo consacrato in Cristo sacerdote, re profeta.
Un cristiano che vuole essere tale non può non realizzare questa investitura divina che si compie con il battesimo. Se Gesù è sacerdote, re e profeta, lo è anche il cristiano nelle sue funzioni di vita quotidiana. Ma chi percepisce questo dono universale? Chi ci crede veramente? Chi si preoccupa del suo stato di avanzamento, alla luce della sua attuazione lungo il corso degli anni della propria vita? Lassunzione dellEucaristia è perfettamente connessa a questa missione di ognuno.  Essa è laiuto divino costante, capace di far superare i tanti posti di blocco che le tentazioni oppongono ogni giorno.
Ogni volta che non si vive da sacerdoti, re e profeti non si fa altro che ritardare lazione del Figlio dellUomo nella Chiesa e nel mondo. Una responsabilità altissima che in pochi riconoscono. Ma come vivere questi compiti nella vita reale di ogni giorno, dentro la quale si è immersi con i propri ruoli, pensieri, aspettative? Cosa cambia? Per un cristiano essere sacerdote significa offrire in modo permanente il proprio cuore al Signore. È una scelta che non ammette deviazioni, pena larretramento della propria vita. Non farlo porta chiunque a cadere nelle tentazioni del male, contribuendo di fatto, per la propria parte, alla continua falsificazione della storia.
San Paolo, ricorda mons. Di Bruno, invitava ognuno, con parole chiare e taglientia offrire interamente il corpo in sacrificio gradito al Signore. Una tale offerta non fa altro che indicare la dritta via, mentre oggi la corruzione; la prostituzione del corpo e del cuore; la ricerca di un Dio fai da te; labilità legislativa nel tramutare i desideri in diritto naturale, ecc., non fanno altro che sradicare dallinteriorità umana quei doveri divini che in essa, come in questo caso, permangono dal battesimo.
Altro che il corpo di Cristo, se si perde lobbligodi offrire il proprio pane e il proprio vino a Dio Signore! Il demonio, in mancanza di questa proiezione umana verso lalto, passa indisturbato nei vari luoghi della società attuale e ne cambia le coordinate. Il cristiano è comunque anche re e come il Messia governa lUniverso, lui deve ben dominare i suoi vizi, le sue perversioni, i suoi falsi desideri. La rinuncia a questa sua prerogativa lo allontana dalla Eucaristia reale e lo indebolisce nella sua statura interiore. LEucaristia sconfigge il vizio, non può convivere con esso, ripete spesso il mio maestro spirituale, ma prepara anche luomo nuovo a vivere pienamente le virtù: fede, speranza, carità; prudenza, giustizia, fortezza, temperanza.
La regalità del cristiano va quindi vissuta in ogni sua azione e nei ruoli pubblici e privati che esercita. Ma essa si percepisce oggi nelleconomia; nella politica; nelle istituzioni laiche e religiose; nei rapporti quotidiani tra gli amici o in famiglia; nelle tante articolazioni sociali, ecc.? Non mancherà a nessuno la capacità di darsi una risposta, guardando dentro e accanto a sé! Quando si è privi di questa responsabilità regale anche lEucaristia è ricevuta male. È il corpo del Signore che trasforma luomo; lo fa diventare re; lo allontana da tutte quelle strade perverse che fanno deragliare il singolo nel governare la propria vita, influendo in modo negativo su quella degli altri.
Poi c’è la profezia comune che ogni cristiano è obbligato ad esercitare, quale profeta del Dio vivente, non di certo eseguendo un comando Divino, come succede in quella straordinaria, ma ricordando la Parola del Signore, da testimone, in ogni gesto della sua esistenza. È perciò necessario che essa in ognuno sia consapevole, per non rischiare di smarrire la presenza in sé dello Spirito Santo, proprio come succede quando si versa acqua su una pietra. Ogni goccia scivola via o al massimo si annida negli incavi, trasformandosi in una sostanza verde, vischiosa e scivolosa, che nulla produce. Si crea il Lippo, termine contadino calabrese che indica una sostanza quasi gelatinosa, capace di peggiorare la natura della superficie interessata.
Un cristiano Lipposonon trasferirà nulla ad alcuno e la sua profezia morirà prima di nascere. Chi conosce Cristo attraverso la profeziadellaltro non deve poter mai scivolare, ma solo salvarsi. La verità che si vuole ogni giorno trasferire al prossimo, attraverso le tante funzioni personali esercitate nella collettività, non può mai venire da se stessi, ma da Cristo re, sacerdote, profeta. Il cristiano di oggi sa allora di essere sacerdote, re e profeta? Nella risposta di ognuno la geografia dei destini del mondo, con i suoi disastri e le sue buone cose.
Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale: www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Pio: https://www.facebook.com/troppaterraepococielo

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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