Luci e ombre della Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili

“Scienza & vita” la sostiene, “Cristiani per servire” ne sottolinea le ambiguità

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 29 gennaio 2009 (ZENIT.org).- L’Associazione “Scienza & Vita” ha accolto con entusiasmo l’approvazione da parte del Senato della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili, avvenuta questo mercoledì.

L’Associazione “Cristiani per Servire” condivide le argomentazioni di “Scienza & Vita”, ma mette in guardia sulle parti della Convenzione in cui si aprono spazi per le limitazioni delle nascite e per l’aborto.

Secondo “Scienza & Vita”, l’approvazione della Convenzione da parte del Senato è “un grande passo avanti nella tutela di tutti i disabili e anche di Eluana Englaro, la cui condizione è esattamente quella di una persona fragile e grandemente disabile”.

“La Convenzione – osserva – ha tanti meriti, fra i quali va certamente inserito quello di affermare che alle persone disabili, in qualunque condizione esse si trovino, non sia possibile rifiutare l’alimentazione e l’idratazione”.

Questa affermazione getta una nuova luce sulla vicenda umana di Eluana, perché proprio a lei si può applicare il comma f dell’articolo 25, in cui si afferma che gli “Stati devono prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità”.

“Non sappiamo – commenta “Scienza & Vita” – se l’approvazione della Convenzione ONU possa in qualche modo riaprire la vicenda giudiziaria di Eluana, ma ce lo auguriamo. Di sicuro, però, dovrebbe far riflettere i suoi familiari che ostinatamente vogliono che i suoi giorni si consumino per disidratazione e mancanza di cibo. Sinceramente ci auguriamo che ci ripensino e che lascino Eluana alle cure amorevoli delle suore di Lecco”.

Franco Previte, presidente dell’Associazione “Cristiani per Servire” (http://digilander.libero.it/cristianiperservire), pur condividendo le valutazioni di “Scienza & Vita” ha riferito a ZENIT che è necessario stare attenti alla parte in cui si parla di riproduzione e pianificazione familiare (artt.23 e 25).

Pur considerando la Convenzione ottima e importante, per Previte questi articoli, “autorizzando l’accesso ai servizi riproduttivi, favoriscono le limitazioni delle nascite, travisano il concetto responsabile dei rapporti sessuali, non promuovono la procreazione responsabile, adottano metodologie di sterilizzazione, favoriscono l’aborto”.

Il presidente di “Cristiani per Servire” rileva inoltre che sarebbero in contrasto con l’art.10 per “l’inalienabile diritto alla vita”, con l’art. 15 per cui ” nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medico-scientifici” e con l’art.16, per cui si è contro a “ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso”.

“Siamo per la vita, dono del Creatore, per i metodi naturali e non per programmi contraccettivi che distruggono la società civile ed offendono la dignità della persona”, ha sottolineato Previte, ma se una certa metodologia proclamata dalla Convenzione dell’ONU venisse applicata (come recita il Disegno di legge n.1279), tutti i disabili, specie gli handicappati psichici, corrono il rischio di essere sterilizzati o di subire forme di eutanasia, applicazione dell’aborto selettivo, limitazione delle nascite, “misure” che offendono la dignità della persona e che negano il diritto alla vita.

In conclusione, il presidente di “Cristiani per Servire” ha chiesto tre provvedimenti:

1) che nella ratifica ci siano precise riserve tali da escludere ogni possibile riferimento all’aborto e a ogni metodo o modalità della salute riproduttiva (emendamento art. 47);

2) emendamento (art. 47) per riconoscere la definizione di handicappato mentale, adottando norme migliorative, come recita l’art. 4, e rideterminazione delle leggi 180 e 833 del 1978.

3) richiesta all’ONU per l’indizione di una “Giornata Mondiale sulla salute mentale”.

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ZENIT Staff

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