'Lo vuole il Papa', il docu-film che racconta l'impegno di Pio XII in favore degli ebrei

Un lavoro di Antonio Carvigiani mostra i documenti e raccoglie le testimonianze: fu il Pontefice a ordinare che fossero aperte le porte dei monasteri agli ebrei perseguitati

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Lo vuole il Papa. Questo il titolo del docu-film di Antonio Carvigiani (regia di Andrea Tramontano, postproduzione di Giuseppe Pasqual) che andrà in onda su Tv2000 mercoledì 1 aprile. La pellicola raccoglie le testimonianze di quattro monasteri femminili di Roma riguardo la precisa indicazione di Pio XII, tra l’ottobre 1943 e il giugno ’44, di nascondere gli ebrei romani dalla persecuzione dei soldati tedeschi.

“In tale frangente ebrei, fascisti, soldati, carabinieri e borghesi, cercano rifugio negli istituti religiosi; che con grave pericolo, aprono le porte per salvare vite umane. È questo il desiderio espresso, ma senza obbligo dal Santo Padre Pio XII”. Nel registro della cronaca del Monastero di Santa Maria dei sette dolori, come riporta l’Osservatore Romano, l’indicazione è riportata in modo esplicito. Lo scrivono, nel 1944, le religiose.

Per la prima volta le telecamere svelano i documenti relativi a quei fatti custoditi, oltre che a Santa Maria dei sette dolori, nel Monastero di Santa Susanna e nell’Istituto di Maria Bambina. A questi tre testi si aggiunge, poi, la cronaca, più conosciuta, del Monastero dei Santi Quattro Coronati.

Il docu-film è arricchito anche dalle testimonianze di alcune religiose che hanno raccolto le memorie orali delle loro consorelle che vissero personalmente quei momenti così drammatici. Suor Roberta Cappiotti, priora del monastero cistercense di Santa Susanna, dove si trova dal 7 dicembre 1950, racconta: “Quando sono entrata qui nel monastero di Santa Susanna le madri di allora, madre Aleyde De Conti, abbadessa, madre Beatrice Paoletti, priora, madre Zarus Elisabetta, maestra delle novizie, ci raccontavano – e ho sentito io con le mie orecchie – che durante la guerra Pio XII aveva dato ordine a tutti i superiori di aprire le porte della sacra clausura per salvare, far entrare più persone possibili, tra le quali, soprattutto, gli ebrei”.

Alle parole della religiosa seguono quelle di due persone – all’epoca ragazzi – che in questi monasteri trovarono rifugio.

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ZENIT Staff

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