Lo Stato protegga le scuole paritarie, "patrimonio grande e prezioso"

Una riflessione del filosofo Antiseri sulla libertà d’educazione in Italia traccia un profilo critico. Nonostante faccia risparmiare allo Stato 5 miliardi l’anno, la scuola paritaria non è valorizzata

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Come mai le scuole paritarie sono tanto emarginate e indifese nel sistema scolastico italiano? Se lo chiede, sfidando una retorica diffusa che stravolge i dati concreti relativi a questo tema, il filosofo Dario Antiseri in un articolo apparso ieri sul Corriere della Sera. Antiseri, non certo noto per essere un alfiere della Chiesa cattolica, si dice stupito per la poca considerazione che i “cosiddetti liberali laici intossicati di laicismo illiberale” ma anche tanti “sedicenti cattolici” nutrono per la libertà in campo educativo.

Definita “un patrimonio grande e prezioso che va protetto”, Antiseri annota che la scuola statale “di continuo viene additato come un furto pubblico alla scuola paritaria”. Un errore, perché invece lo Stato elargisce “una miseria” alle scuole paritarie, “soprattutto se paragonato al contributo elargito alle scuole non statali da Paesi come il Belgio, l’Irlanda, la Germania, la Spagna o l’Inghilterra”.

Il filosofo ritiene che “gli statalisti di guardano bene dal fare i conti e dal dire quanto la scuola paritaria (cattolica e laica) fa risparmiare allo Stato”. I conti – relativi al 2012 – li ha fatti però il Ministero dell’Educazione, e Antiseri li pubblica nel suo articolo: “alunni delle scuole statali: 7.737.639; alunni delle scuole paritarie: 1.036.403, di cui 702.997 iscritti alle scuole cattoliche. Finanziamento totale alle scuole statali: 40.596.307.956; finanziamento totale alle scuole paritarie: 498.928.558 euro. Costo allo Stato in media per alunno di scuola statale: 5.246,60 euro; costo allo Stato in media per alunno di scuola paritaria: 481,40 euro”.

Le scuole paritarie, dunque, in un anno, “hanno fatto risparmiare allo Stato la bella cifra di 5.000.000.000 (cinque miliardi) di euro. In dieci anni – con un calcolo per difetto, dato che il numero degli alunni iscritti alle paritarie è progressivamente diminuito – la scuola paritaria ha fatto risparmiare allo Stato oltre 50 miliardi di euro”.

Non è solo l’aspetto economico, tuttavia, a muovere la critica di Antiseri. Il filoso trova ingiusto “e soprattutto” non libero che “un paese dove una famiglia che iscrive un figlio a una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto. E, intanto, negli ultimi tre anni è morta una scuola libera ogni tre giorni – ogni tre giorni è morto un pezzo di libertà”.

A conclusione del suo articolo, Antiseri si rivolge direttamente al presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Una volta messi al sicuro gli edifici scolastici – provvedimento sacrosanto e prioritario – il presidente Matteo Renzi, politico ‘pragmatico’ e ‘non ideologico’, come pensa di risolvere il problema della parità scolastica?”, si chiede il filosofo. “È d’accordo o no con la Risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà di insegnamento?”, incalza ancora. “Pensa – prosegue – che abbiano ragione i Vescovi, e non solo loro, o si sente schierato dalla parte dei tanti pretoriani del monopolio statale dell’istruzione? Considera o no il buono-scuola una urgente e necessaria terapia per i mali del nostro sistema educativo? Pensa anche lui che è servizio pubblico solo ciò che è statale?”. E infine domanda: “Aveva torto quel rappresentante di sinistra il quale, anni fa, dichiarò che il buono-scuola è una carta di liberazione per le famiglie meno abbienti?”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione