Lo dico alla mamma

Si ricorre al superiore per correggere l’ingiustizia di qualcuno. Ma solo il ricorso a Dio costringe a una totale fiducia che non ha nulla di umano

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È normale in famiglia il bisticcio tra fratelli; come è normale l’ultima espressione del più piccolo che si difende: “Lo dico alla mamma!” La mamma lo ascolta e lo rassicura: “Ora va a letto!…ci penso io”.

È pure normale che in ogni questione irrisolta ci si proponga di ricorrere alla persona autorevole o comunque “superpartes”, incaricata a intervenire per risolvere il problema o per dirimere la questione: “Lo dico al sindaco, lo dico al vescovo, lo dico al presidente, lo dico al papa…”.

Per correggere l’ingiustizia di qualcuno, è necessario che intervenga il suo superiore. Spesso, molto spesso, pur volendolo, nessuno sa o può risolvere certi problemi. Che fare?…A chi dirlo?

“Lo dico a Dio!” Eh, si. Lui ti risponde con la pace e la serenità. Come fa la mamma col bambino: ti ascolta e…ti rassicura: “Ora tu va a dormire…ci penso io.”

Qualche volta hai la netta percezione che neppure Lui ti ascolti. La sua apparente non risposta ti sollecita a “credere comunque al suo amore”. Ti costringe a una fiducia totale che non ha nulla di umano. È la fede che vince il mondo

Ciao da P. Andrea ocd.

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Andrea Panont

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