Libertà d'espressione negata a chi difende la famiglia?

L’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, definisce una “emergenza democratica” il clima di intolleranza ideologica delle lobby omosessuali

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Alcuni settori della società civile italiana lanciano un grido d’allarme. La libertà d’espressione – ammoniscono – è seriamente minacciata. Si è tenuta ieri a Roma, presso una sala del Senato, una conferenza stampa indetta da varie associazioni per denunciare pubblicamente il clima di “intolleranza ideologica che negli ultimi mesi grava nei confronti di chi vuole difendere pubblicamente la famiglia naturale”. Clima penetrato anche all’interno dei Palazzi istituzionali, come testimonia il “diktat del sindaco di Roma Ignazio Marino, che ha impedito lo svolgimento di una conferenza in Campidoglio” volta a mettere in discussione la cultura del gender. Uno dei relatori, l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, non ha esitato a ritenere questo episodio oltre “il livello di guardia delle garanzie liberali nel nostro Paese”, tale da determinare “una vera e propria emergenza democratica”. Di queste preoccupazioni ZENIT ne ha parlato con lo stesso avvocato Amato, che si è inoltre espresso, nell’intervista che segue, anche in merito al recente risultato referendario croato e alla legislazione della Federazione Russa. Segnali, questi ultimi, in controtendenza rispetto a ciò che sta avvenendo in Occidente.

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Avvocato Amato, dal comunicato stampa della conferenza di lunedì emerge che si è recentemente manifestato un vero e proprio asse dell’intolleranza delle lobby omosessuali che si snoda tra Milano, Verona, Torino e Roma. Cos’è successo in queste città?
Amato: Si sono registrati gravissimi episodi di intolleranza, censura e persino aggressioni (come dimostra un caso a Casale Monferrato). Da mesi i Giuristi per la Vita continuano a mettere in guardia politici ed opinione pubblica sul fatto che l’attuale pericolosa deriva intollerante della lobby omosessualista stia gravemente minando una delle libertà fondamentali della nostra Costituzione, ovvero la libertà di opinione, pilastro del sistema democratico su cui si fonda la civiltà liberale dell’Occidente. Gli odiosi episodi di intolleranza che continuiamo a denunciare rappresentano, in senso culinario, l’amuse-bouche di quello che ci attende nella denegata e malaugurata ipotesi in cui dovesse essere definitivamente approvato al Senato il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia già approvato alla Camera dei Deputati e ora in discussione al Senato. Non siamo neppure all’antipasto. Tutti i recenti episodi di intolleranza da parte di esponenti dell’ideologia omosessualista sono l’indicatore della grave emergenza democratica che sta vivendo il nostro Paese sul versante delle libertà di pensiero e di credo religioso, garantite e tutelate dagli articoli 21 e 19 della Costituzione. Non è più tollerabile l’ingiurioso coro di insulti e improperi indirizzati dalla furia ideologica e dal cieco fanatismo delle Erinni omosessualiste nei confronti di chi osa esprimere posizioni diverse. Non è più tollerabile che chi sostiene l’unicità della famiglia eterosessuale, il divieto di adozione di minori per coppie dello stesso sesso, e dà dell’omosessualità un giudizio morale di riprovazione, venga trattato alla stessa stregua dei negazionisti dell’Olocausto, dei sostenitori dell’Apartheid, o dei fiancheggiatori del Ku Klux Klan. È giunto il momento, quindi, di lanciare un preoccupato appello alle Istituzioni e alle Autorità del nostro Paese, affinché vengano immediatamente adottati tutti i più opportuni provvedimenti per fermare questa inquietante ondata di odio e violenza nei confronti di chi si oppone ad interventi legislativi volti al riconoscimento di una ingiusta ed ingiustificata tutela giuridica privilegiata in ragione dell’orientamento sessuale.

Quali sono le ragioni che spingono gruppi politici e mezzi di comunicazione di massa a diventare persino antidemocratici pur di imporre il matrimonio omosessuale e le relative adozioni?

Amato: Non dobbiamo essere così ingenui da non vedere un disegno culturale ben preciso e orchestrato: quello di distruggere la visione antropologica dell’uomo che la nostra società ha ereditato dalla civiltà greco-romana nella versione illuminata dal cristianesimo. Matrimonio, adozioni, famiglia erano istituti già noti nell’antichità e riconosciuti come dati oggettivi e naturali, quindi non modificabili attraverso interventi normativi dell’uomo. Quando l’ideologia iconoclasta si unisce al business spregiudicato e cinico, si ottiene il cocktail micidiale che sta dietro all’intolleranza omosessualista.

Non crede che la risposta alle provocazioni di certi gruppi omosessuali altro non faccia che fornirgli ulteriore pubblicità?
Amato: Lo dicevano anche alcuni esponenti del mondo cattolico – particolarmente benevoli con il regime dell’epoca – di fronte agli episodi di intolleranza dello squadrismo fascista contro gli esponenti dell’Azione Cattolica, che indussero quel grande Papa che fu Pio XI a lanciare un accorato appello nella lettera enciclica Non Abbiamo Bisogno del 29 giugno 1931. Sappiamo tutti come è andata a finire.  Di fronte all’aggressione, alla prepotenza e all’intolleranza non si può tacere. Sarebbe immorale.

Sono tanti gli omosessuali che non si riconoscono, né si sentono rappresentati da gruppi molto ideologizzati. Non bisognerebbe forse dar loro più spazio e visibilità?
Amato: Chi vive quella particolare condizione in maniera seria non avverte l’esigenza di un particolare esibizionismo. Il cosiddetto coming out è diventato una moda stupida prima ancora che fastidiosa. La dimensione sessuale di una persona rappresenta un delicato aspetto privato che ciascuno gestisce liberamente tra sé e la propria coscienza. Non è giusto farne oggetto di un pubblico dibattito, né si può costringere la gente ad ostentare il proprio personale orientamento sessuale.

La storia insegna che anche le più esecrande ideologie, allorquando foraggiate da una propaganda capillare, riescono a creare opinione di massa e persino assumere riconoscimenti legali. È questo il destino verso cui sono lanciate le pretese delle lobby omosessuali?

Amato: Goebbels docet! Anche la sciagurata legge contro l’omofobia che andrà tra poco in discussione al Senato risponde a questa logica. Si vuole, infatti, introdurre attraverso la forza pedagogica della legge, l’idea che eterosessualità ed omosessualità siano condizioni naturali paritarie, anzi che l’omosessualità meriti un plusvalore a livello giuridico, un quid aggiuntivo a livello di tutela legale rispetto all’eterosessualità. Questo sarebbe l’obiettivo delle lobby omosessualiste e contro tale obiettivo liberticida ed illiberale si impone a tutti gli uomini di buona volontà il dovere morale di opporsi.

In Croazia è stato approvato un referendum per far scrivere nella Costituzione che il matrimonio è tra un uomo e una donna. Sono state 750mila (su una popolazione di 4milioni e mezzo) le persone che hanno firmato per promuoverlo. Nonostante il vasto appoggio popolare, il governo ha usato tecniche di intimidazione, minacce e disinformazione, pur di impedire che la gente votasse a favore del referendum. Un cappellano universitario è stato minacciato di morte e sulla rete i messaggi favorevoli al referendum venivano cancellati da un circuito di hacker. Qual è il segnale che ci giunge dalla Croazia?

Amato: In Croazia si è vinto un referendum storico, in cui a prevalere è stata la ragione umana. Quanto accaduto dimostra che non esistono battaglie perse in partenza, ma che occorre continuare a combattere. Ce lo ha mirabilmente ricordato Sua Santità Papa Francesco nella sua ultima esortazione Evangelii Gaudium al punto 85: “Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’aud
acia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti”.

Spostiamoci ancor più a Est, per parlare della Russia. Come valuta la decisione del Cremlino di rifiutare l’adozione di bambini russi a tutti i Paesi che hanno approvato le adozioni omosessuali?

Amato: La Russia si sta rivelando l’ultimo baluardo in difesa di quella concezione antropologica che ho ricordato all’inizio. Lì fortunatamente la fede cristiana, garante di quella concezione, rappresenta un vero collante culturale del popolo russo. Le reazioni isteriche che si registrano in Occidente rispetto alle sacrosante iniziative del governo e del parlamento russo, sono una garanzia della loro bontà.

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Federico Cenci

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