Codex Purpureus Rossanensis e Settimana Santa Bizantin, Volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana - Dicastero per la Comunicazione a firma di Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea - Foto © Libreria Editrice Vaticana - Dicastero per la Comunicazione

LEV: "Codex Purpureus Rossanensis e Settimana Santa Bizantina"

Volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione a firma di Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

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È disponibile presso le migliori librerie il Codex Purpureus Rossanensis e Settimana Santa Bizantina (pag. 146; euro 15,00), un nuovo volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione a firma di Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea.
Il Codex Purpureus Rossanensis, per molti anni dimenticato, ha un grande valore storico perché simbolo identificativo della Città e della Chiesa di Rossano. L’Autore, monsignor Renzo, attento studioso, ne sottolinea il grande valore storico, artistico e religioso. Il codice, proprio per la sua storia di alone e mistero è stato inserito il 9 ottobre 2015 nel Registro della Memoria del mondo (Memory of the World) dell’UNESCO (pag. 5) ed è considerato ancora oggi una sfida per numerosi studiosi che provano ad individuare nuovi approcci per approfondire sempre più gli studi già svolti in materia.
Il Codex Rossanensis è un manoscritto onciale greco del VI secolo dove l’aggettivo “purpureus” indica il colore rossastro delle pagine che lo compongono. È uno dei codici miniati più antichi contenenti il Nuovo Testamento: è composto da 400 fogli pergamenacei di cui sono arrivati a noi solo 188, contenenti il testo greco dei Vangeli di Matteo e Marco (Luca e Giovanni sono andati persi in un incendio) e una lettera di Eusebio di Cesarea a Carpiano.
Nella Presentazione al volume, il cardinale Gianfranco Ravasi, richiama alla bellezza delle pagine del codice la cui pergamena purpurea «reca la scrittura maiuscola (onciale) dei caratteri greci in argento, mentre le tre righe iniziali di ciascun Vangelo sono vergate in oro» (pag. 6); e sottolinea, inoltre, come il vertice del suo splendore sia rappresentato dalla simbologia cromatica delle miniature che, unitamente al fondo della porpora, sono «segno della regalità e divinità di Cristo» (pag. 8). Anche monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, sottolinea come ciò che rende prezioso il Codex sia proprio «la combinazione dei testi evangelici, vergati in oro e argento, con 14 miniature, che rappresentano alcuni dei momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù» (pag. 12). Lo studio di monsignor Renzo, approfondisce il collegamento esistente tra il Codex Purpureus Rossanensis e la Settimana Santa Bizantina attraverso un attento esame delle miniature presenti.
 
L’AUTORE
Luigi Renzo, già Parroco a Rossano, Vicario Generale, Direttore di quel Museo Diocesano e Direttore dell’Ufficio Regionale Beni Culturali Ecclesiastici, oggi è Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea. Dottore in Teologia alla Pontificia Università Lateranense ed in Pedagogia all’Università di Urbino, ha insegnato Beni Culturali e Antropologia Culturale presso il Seminario Teologico di Cosenza. Giornalista pubblicista, ha al suo attivo innumerevoli pubblicazioni di storia e di antropologia religiosa, ottenendo per queste diversi premi anche nazionali, tra cui due volte il Premio Calabria-Villa S. Giovanni. Segretario della Conferenza Episcopale Calabra, è membro della Commissione CEI Cultura e Comunicazioni Sociali. Con la Libreria Editrice Vaticana ha già pubblicato: Padre e Pastore con la gioia nel cuore (2013), Il mio incontro con Natuzza (2014), Misericordiosi come il Padre. La gioia del perdono (2017).

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ZENIT Staff

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