Leader ortodosso: la musica può portare la gente a Cristo

Il metropolita Alfeyev interviene all’Università Cattolica di Washington

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WASHINGTON, D.C., lunedì, 14 febbraio 2011 (ZENIT.org).- La musica può portare la gente a scoprire il fascino sorprendente dell’Uomo che sta dietro il cristianesimo, Gesù Cristo, sostiene il metropolita ortodosso russo Hilarion Alfeyev.

Il presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca lo ha affermato mercoledì intervenendo alla Catholic University of America di Washington, D.C. (Stati Uniti).

Il metropolita, abile compositore, ha trattato il tema “Musica e fede nella mia vita e nella mia visione”, riconoscendo di essere “ben consapevole del numero minimo di giovani che ascoltano la musica classica, mentre quasi tutti ascoltano quella popolare”.

“Secondo me è una vera tragedia”, ha confessato.

Ad ogni modo, ha osservato che “l’arte musicale secolare è possibile nel cristianesimo, inclusa quella oltrepassa i limiti della musica classica che amo tanto”.

Messaggi sacri

Il metropolita ha definito il cristianesimo “inclusivo”, dicendo che “non stabilisce rigidi limiti canonici all’arte. Il cristianesimo può anche ispirare un artista secolare che, usando i mezzi disponibili e noti a lui e al suo ambiente, saprà trasmettere certi messaggi sacri nel linguaggio della cultura musicale moderna”.

Come esempio, ha citato “Jesus Christ Superstar”. “E’ indubbio che questa composizione non sia conforme ai criteri ecclesiali, ma l’autore non voleva presentare l’immagine canonica di Cristo. Ha raggiunto il suo obiettivo decisamente bene raccontando la storia della passione di Cristo in un linguaggio comprensibile da parte dei giovani e attraverso il mezzo della musica contemporanea”.

“Apprezzo questa musica più di quanto non apprezzi le opere di molti compositori d’avanguardia, visto che questi ultimi a volte rifuggono la melodia, l’armonia e il contenuto”, ha commentato il metropolita.

“L’immagine di Cristo può ispirare non solo le persone di Chiesa, ma anche quelle che ne sono ancora lontane”, ha aggiunto. “Non bisognerebbe vietare loro di pensare, parlare e scrivere di Cristo, a meno che non siano mosse da un desiderio deliberato di distorcere il cristianesimo e di insultare la Chiesa e i fedeli”.

“Se una composizione è brillante e ammirevole e avvince gli ascoltatori, se li fa entrare in empatia emotiva con gli eventi evangelici e perfino piangere, se suscita in loro sentimenti profondi, allora merita una grande lode”.

Il metropolita Alfeyev ha osservato che la via verso il cristianesimo “inizia spesso con una scoperta del Cristo vivente piuttosto che con il riconoscimento delle verità dogmatiche della Chiesa”.

“Il cristianesimo è una religione centrata sull’Uomo vivente, una persona storica”, ha ricordato. “Quest’Uomo affascina enormemente. Può essere che una composizione su un soggetto evangelico, pur se scritta da una persona non di Chiesa, sia piena di venerazione per Cristo. Molti possono iniziare il loro cammino verso Cristo e la Chiesa attraverso una composizione simile, anche se non è del tutto ‘canonica’”.
 

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ZENIT Staff

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