Le voci del popolo pro-life

La Marcia per la Vita 2013 raccontata da chi vi ha partecipato

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Tutelare l’essere umano sin dal momento del suo concepimento: questo il messaggio lanciato dalle migliaia di persone che hanno partecipato alla II edizione della Marcia Nazionale per la Vita che si è svolta ieri a Roma. La Vita è un privilegio, un’opportunità preziosa da difendere in ogni circostanza, un tesoro da apprezzare qui ed ora.

“Molti pensano che l’aborto sia una scelta libera e consapevole della donna – afferma Anna Spurio Consoli, Presidente del Centro Aiuto alla Vita Roma Palatino – in realtà molte donne decidono di abortire perché sono state lasciate sole o perché non vivono nelle condizioni economiche adeguate per il mantenimento di un figlio; in questi casi l’aborto sembra l’unica soluzione possibile. Presto però, la soluzione al problema si trasforma in una ferita molto difficile da rimarginare: la Marcia per la Vita è un’occasione importante per ricordare alle future mamme in difficoltà che non sono sole”.

Nel corso della Marcia si incontrano le storie delle persone e i loro valori, i desideri più profondi sul quale basano la loro esistenza: “Sono venuto alla Marcia perché si parla tanto di morte ma troppo poco di Vita – racconta Simone, 27 anni, arrivato da Siracusa per partecipare alla manifestazione pro life – gli abortisti rivendicano la libertà della donna di abortire ma io ho una concezione diversa della libertà. Per me libertà è la possibilità di scegliere di fare il bene piuttosto che il male soprattutto quando sembra impossibile. Dov’è la libertà dell’essere umano se, di fronte alle situazioni difficili, l’unica soluzione possibile è quella di scappare dalle proprie responsabilità?”.

La vita è un valore che non può essere calpestato in nome della libertà delle scelte individuali: la pensa così Marco, 28 anni, blogger di Campari & De Maistre, un blog creato con l’intento di pubblicare temi di attualità con un approccio originalmente cattolico “senza prendersi troppo sul serio – afferma Marco con un pizzico di ironia perché, come diceva Chesterton, la serietà non è una virtù”.Sulla sacralità della vita invece, Marco non scherza: “Io dico sì al rispetto della dignità della vita umana, soprattutto di quella più indifesa e innocente come la vita nascente”.

Donato e John, due giovani seminaristi americani, raccontano della Marcia per la Vita organizzata ogni anno a Washington negli Stati Uniti, nel giorno dell’anniversario della decisione della Corte Suprema che ha riconosciuto il diritto all’aborto sul suolo statunitense: “In quell’occasione – racconta John, studente alla Pontificia Università Gregoriana – seminaristi, sacerdoti, vescovi, laici manifestano contro l’aborto. È la prima volta che partecipiamo ad una Marcia a Roma ma questo ci dimostra che la Vita è un valore universale per ogni popolo della Terra”.

La Marcia per la Vita è una manifestazione laica ma il tema spirituale è ricorrente nelle parole dei manifestanti: ne è un esempio Mauro, volontario di una casa famiglia che accoglie ragazze madri. “Per i primi trent’anni della mia vita non mi ero mai interessato a temi così importanti – confessa Mauro – conducevo una vita normalissima ma dentro di me avevo un vuoto che inspiegabilmente, non riuscivo a colmare e che mi faceva stare male. Grazie a degli amici, mi sono avvicinato ad un gruppo di preghiera e con il tempo, la mia vita è cambiata. Ho iniziato a pregare e a sentire su di me l’amore di Dio e la sua misericordia. Un amore che non può essere spiegato e che ti porta a desiderare di donarti al prossimo. Così dalla preghiera, ho sentito il bisogno di iniziare ad aiutare gli altri. Per me la Marcia per la Vita è un’occasione per testimoniare che Dio è Vita e la vita stessa è un dono da custodire nel miglior modo possibile”.

“Non crediamo all’aborto ma alla Vita! – esclamano Vittoria e Laura con l’entusiasmo e la freschezza dei loro 18 anni – siamo venute da Benevento con i nostri amici perché la Marcia per la Vita ci è sembrata una manifestazione alternativa, fuori dagli schemi che ha finalmente un messaggio di speranza da diffondere tra noi giovani”.

A colorare la manifestazione di Vita anche la presenza di tanti bambini accompagnati dai genitori: “Ho portato i miei figli alla Marcia – spiega Luca, un giovane papà – perché in questo modo posso far loro comprendere che tutti noi siamo stati degli embrioni, dei piccoli puntini che, con lo sviluppo, sono poi arrivati al momento della nascita. La Marcia per la Vita vuole difendere il diritto inviolabile di ogni essere umano di venire al mondo”.

La Vita, è vero, non è perfetta: viviamo in un mondo attraversato da amori che svaniscono, da avvisi di licenziamento, da macchie scure sulle radiografie, da campi di sterminio e da pallottole vaganti. Ma esiste anche abbondanza, gioia e amore in maniera inimmaginabile: a volte le persone invecchiano uno nelle braccia dell’altra, i bambini ridono nelle strade, gli uccelli cantano, il primo caffè al mattino ha un sapore buonissimo. Perché negare ad un bambino le gioie e i dolori dell’esistenza? Perché negargli la Vita?

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Gaia Bottino

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