Le staminali del cordone ombelicale contro il cancro

Risultati incoraggianti per la cura del più diffuso tumore cerebrale

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di Paolo De Lillo

ROMA, domenica, 13 novembre 2011 (ZENIT.org) – Le staminali del cordone ombelicale stanno portando negli ultimi mesi ad eccezionali risultati sperimentali nella cura di un vasto numero di neoplasie di diverso tipo, in svariati organi. Il Glioma, il più comune tumore del cervello ed il meno curabile, derivato dalle cellule della glia, è uno dei primi, per il quale si sono ottenuti significativi risultati con questa specifica terapia cellulare.

Nel numero di Dicembre 2008 di Cancer Research è apparso una ricerca, che rappresenta una svolta decisiva nella terapia di questa malattia, realizzata dal Dottor Seong Muk Kim e dal suo team, con scienziati provenienti dal Department of Biomedical Science, College of Medicine, e dal Department of Neurosurgery, nel Kangnam St. Mary’s Hospital, presso la Catholic University of Korea di Seul, dal Medipost Biomedical Research Institute, MEDIPOST Co., Ltd. anch’esso di Seul, dai Research Laboratories of Dong-A Pharmaceutical Co., Ltd., a Yongin, e dalla Division of Molecular and Life Sciences, presso la Pohang University of Science and Technology, a Pohang (Corea del Sud).

La Catholic University of Korea è un ateneo che sta raccogliendo numerosi successi negli studi più avanzati con le staminali del cordone ombelicale. I suoi ricercatori sono riusciti ha bloccare il glioma intracranico in modo ancora più efficace, modificandole geneticamente, al fine di fargli secernere importanti sostanze antitumorali.

Le cellule della glia, dette anche nevroglia, sono cellule che, assieme ai neuroni, costituiscono il sistema nervoso. Hanno funzione nutritiva e di sostegno per i neuroni, assicurano l’isolamento dei tessuti nervosi e la protezione da corpi estranei in caso di lesioni. Influenzano la trasmissione nervosa, lo sviluppo degli assoni e formano i mattoni di base, per formare la barriera emato-encefalica.

Nella maggior parte dei paesi europei e del Nord America, l’incidenza di questa patologia incurabile è di 5 casi all’anno su 100.000 abitanti, con 250.000 nuovi malati nel mondo e 3.000 in Italia. Tra le numerosi varianti esistenti è prevalente il Glioblastoma, che riguarda il 50-60% dei pazienti.

Secondo il Dottor Kim la prognosi dei pazienti con gliomi maligni è estremamente sfavorevole, perché questi tumori del cervello sono refrattari alle cure convenzionali, costituite da ampie resezione chirurgiche, radioterapia e chemioterapia; così come a tecniche più innovative, tra cui l’uso di vettori virali, che trasportino nel tessuto neoplastico geni terapeutici. I nuovi strumenti di trattamento, per risultare efficaci, devono rivolgersi contro le cellule tumorali, inquadrandole in modo specifico come bersaglio; ciò specialmente per quelle che sono sfuggite alla massa principale del cancro cerebrale, asportata chirurgicamente.

Studi recenti suggeriscono che le cellule staminali possono essere utilizzate come veicoli per la consegna di geni utili, al fine di realizzare il trattamento di neoplasie del sistema nervoso centrale. Tuttavia, ad esempio, l’applicazione clinica delle staminali neurali è limitata da problemi connessi al loro isolamento e all’ incompatibilità immunologica nel trapianto allogenico.

Inoltre una nuova strategia terapeutica è stata sviluppata con l’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali, abbondantemente presenti anche tra quelle del cordone ombelicale, per la somministrazione mirata e la produzione locale di agenti biologici efficaci nei tumori.  

Questi studi implicano che esse risultino particolarmente interessanti per l’uso clinico, perché mostrano la proprietà di dirigersi in modo specifico verso il glioma, possono essere facilmente isolate ed espanse, per raggiungere il numero necessario al trapianto, ed venire manipolate geneticamente con vettori virali.

Diverse ricerche confermano che le staminali del cordone ombelicale sono simili a quelle mesenchimali del midollo osseo rispetto alle caratteristiche cellulari e per potenziale differenziativo verso molte linee cellulari.

Anzi alcune di queste sperimentazioni dimostrano che le staminali cordonali risultano essere più vantaggiose per la facile raccolta, il basso rischio d’ infezioni virali, la mancanza di stress e pericoli per il donatore oppure di un’eccessiva risposta immunitaria, la conservazione in centri dedicati, al fine di un rapido utilizzo, e per i consistenti benefici, a seguito del trapianto.

Per di più il numero e la capacità differenziativa delle mesenchimali del midollo osseo diminuiscono con l’età, diversamente che per le staminali cordonali, se si mantengono parzialmente indifferenziate ed efficienti.

Inoltre le staminali del cordone ombelicale umano, pur risultano più immature di quelle adulte, a differenza di esse, non scatenano una grave reazione immunitaria in risposta al trapianto di un donatore,. Queste caratteristiche le rendono delle ottime candidate per applicazioni cliniche, anche nella cura del cancro del cervello.

L’uso di staminali del cordone ombelicale ingegnerizzate, come veicolo di consegna di geni terapeutici, diverrà di grande interesse per la cura del cancro, basata sull’utilizzo delle terapia cellulare.

Così, sarà utile valutare in pazienti umani la combinazione di chirurgia, in associazione con chemioterapia e radiazioni, e ripetuti trapianti di staminali cordonali, che esprimeranno il Ligando inducente l’Apoptosi, collegato al Fattore di Necrosi Tumorale. Anche in questo campo della Medicina le staminali del cordone ombelicale aprono una nuova strada molto promettente per tumori del cervello, che finora non lasciavano alcuna speranza ai pazienti colpiti.

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ZENIT Staff

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