Le rimesse: uno Stato più grande di Iran e Argentina

Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, nel 2012 sono stati inviati 530 miliardi di dollari

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Se fosse il Prodotto Interno Lordo di una nazione, sarebbe la 22esima nel mondo. Uno Stato più grande di Iran e Argentina. Le rimesse, ossia la quantità di denaro che i lavoratori stranieri inviano al proprio Paese, sono in crescente aumento. Secondo i nuovi dati, forniti da parte della Banca Mondiale, si parla di 530 miliardi di dollari inviati nel 2012. Un valore che nell’ultimo decennio si è triplicato, e che oggi è tre volte più grande del totale degli aiuti economici dati ai paesi in via di sviluppo. Il dato a cui fare riferimento è anche il totale degli immigrati legali: una cifra che si aggira sui 214 milioni nel mondo. Se fosse una nazione sarebbe addirittura la quinta più popolosa del pianeta. 

Immigrazione come sinonimo di vitalità per l’economia: sia per quella di origine (dove ogni immigrato lascia i propri cari), che per quella di arrivo, dove svolgono le più svariate mansioni per cercare di inviare a casa soldi necessari per il sostentamento della famiglia. Gli immigrati in cima a questa classifica sono di nazionalità cinese e indiana, con 60 miliardi di dollari di rimesse annuali a testa. Nessuna sorpresa, se si pensa che questi due colossi hanno il più alto tasso di popolazione del globo. A seguire il Messico, le Filippine e la Nigeria. 

Ci sono altri casi particolari di nazioni la cui economia sopravvive proprio grazie all’aiuto degli immigrati. Le amministrazioni di piccoli stati appartenente al blocco sovietico come Tagikistan o Khirghizistan offrono poche possibilità di lavoro per chi resta, ecco dunque che gli immigrati sostengono il Pil del Paese proprio grazie alle rimesse che inviano dall’estero. Un vero e proprio asso nella manica. Stesso discorso vale per la Liberia (con oltre il 31%). Molti decidono di ritornare nel proprio Paese dove una vita trascorsa lontano, altri invece si stabilizzano e si integrano nel Paese che li ha accolti. 

Una sorte simile era toccata anche a noi un secolo fa. Quando si decideva di immigrare per mancanza di lavoro ed eventualmente vivere per sempre dall’altra parte del mondo. Qualcuno ancora ricorda i soldi che gli italiani inviavano dagli Stati Uniti, dall’America del Sud e dall’Europa. Oggi le cose sono totalmente cambiate, gli immigrati utilizzano i money transfer per inviare il denaro alla famiglia. Le nuove tecnologie poi, cercano di diminuire la lontananza, dando inoltre la possibilità di vedere anche in tempo reale come sono stati impiegati i soldi inviati.

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Daniele Trenca

Daniele Trenca è laureato in Editoria Multimediale e Nuove Professioni dell’Informazione presso “Sapienza - Università di Roma” con una tesi in Sociologia delle Relazioni Internazionali sugli scenari della guerra cibernetica, meglio conosciuta come Cyberwarfare. Giornalista pubblicista ha collaborato con le seguenti testate “Il Tempo”, “L’Ottimista” e “World Family of Radio Maria”.

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