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Le prove della vita cristiana

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 9,28-36

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Lettura
Il Vangelo che precede la perìcope proposta nell’odierna liturgia domenicale è fondamentale per comprendere quanto i tre apostoli, Pietro, Giovanni e Giacomo vivono sul monte della trasfigurazione. Nel brano precedente Gesù aveva detto ai suoi che chi vuole essere suo discepolo deve rinnegare se stesso, prendere la croce e seguirlo. Ora mostra loro quello che li attende, se rimangono fedeli.
Meditazione
Prima o poi ci denunceranno per pubblicità ingannevole: troppe volte, infatti, quello che raccontiamo della nostra fede sembra più un “pacchetto benessere”, una passeggiata di piacere o un’esperienza “meravigliosa”. La verità della vita cristiana è fatta, normalmente, di svariate difficoltà. Anche difficoltà di fede: per maturare, la nostra fede ha bisogno di essere messa in dubbio, ripensata, studiata, approfondita. Ci sono, nella vita di quasi tutti i cristiani, anche di alcuni santi, dei momenti di buio, di lontananza, di dubbio, di peccato. Essere fedeli a Cristo, seguirlo, significa – così era scritto nei versetti precedenti a quelli che abbiamo appena ascoltato – rinnegare se stessi e prendere la propria croce. E poi camminare lungo strade che spesso sono anche in salita. E quindi, “pubblicità” a parte,, forse dovremmo essere un po’ più seri e sobri nel pensare e trasmettere la nostra fede. La fede può essere come quella di Pietro, Giovanni e Giacomo, che dopo una salita al monte – forse con un po’ di fiatone e senza capire il perché della scalata – sono pienamente appagati dalla rivelazione di Dio in Gesù. Che poi, quei minuti non gli siano bastati per tutta la vita, lo sappiamo pensando a Pietro che, appena qualche mese più tardi, rinnegherà il Signore alla prima occasione. Ma almeno lui qualcosa aveva visto! La fede può anche essere quella, molto più comune, di tutti gli altri apostoli, delle donne, dei discepoli che stavano sotto il monte e non vedevano nulla, non provavano nulla ed erano esclusi e privati della presenza del Signore, proprio quando Pietro e gli altri facevano quella meravigliosa esperienza. Prepariamoci a portare la nostra croce. Sapendo che è dura, che anche la vita di fede è difficile. Ma che alla fine, per tutti, anche per chi ora è nel buio, ai piedi del monte, ci sarà un posto in cui, come Pietro, vorremo rimanere per sempre, perché lì avremo trovato, finalmente, l’appagamento di ogni nostra speranza.
Preghiera
Signore, voglio credere anche se non ti vedo, non ti sento, non ti percepisco. Signore, voglio amare, anche se non comprendo perché per alcuni tu sembri rendere tutto più facile, più evidente, più bello. Signore, ti seguo con la speranza nel cuore che sia tu a condurmi a te!
Agire
Ringrazio il Signore per i momenti in cui l’ho sentito presente nella mia vita.
Meditazione del giorno a cura di Alexandra von Teuffenbach, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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