Le Olimpiadi donano più unità cristiana alle Chiese di Vancouver

Mobilitazione generale per accogliere atleti, allenatori e visitatori

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ROMA, martedì, 9 marzo 2010 (ZENIT.org).- Grazie al coinvolgimento nelle Olimpiadi invernali, le Chiese di Vancouver (Canada) sono più unite. E’ la valutazione che una delegazione britannica ha compiuto dell’iniziativa More than Gold, che si ritiene aiuterà le Chiese a dare il massimo ai Giochi Olimpici estivi di Londra 2012.

La delegazione del Regno Unito, guidata dal chief executive officer David Wilson, ha verificato che la risposta delle Chiese canadesi ha coinvolto circa 350 chiese, che hanno collaborato per aiutare atleti, allenatori e visitatori giunti nella zona per l’evento sportivo.

Il coinvolgimento della Chiesa ha previsto più di una dozzina di programmi, come fornire cappellani per i villaggi in cui alloggiavano gli atleti. Questo aspetto è stato particolarmente importante dopo la tragica morte dell’atleta georgiano dello slittino Nodar Kumaritashvili, che ha offuscato la gioia per l’apertura dei Giochi.

Le chiese hanno anche fornito a tutti bevande calde nelle principali fermate dei mezzi di trasporto di Vancouver.

“Abbiamo visto la storia dispiegarsi mentre centinaia di chiese si univano come mai prima per accogliere e servire gente di ogni parte del pianeta – ha detto David Wilson -. Abbiamo testimoniato come attorno a noi crollassero barriere e fraintendimenti di lunga data”.

La delegazione britannica includeva rappresentanti della Chiesa d’Inghilterra, dell’Esercito della Salvezza, della Chiesa cattolica, della Chiesa pentecostale e del Vineyard.

“Questa visita”, ha detto un delegato, “ha portato chiarezza a quanti di noi rappresentano la comunità cristiana in Gran Bretagna. Il 2012 ci offre l’opportunità di essere un esempio dei valori olimpici di fiducia, onore, correttezza, rispetto, che sono ovviamente i nostri valori evangelici”.

Dave Wells, Sovrintendente Generale delle Assemblee Pentecostali di Dio che ha guidato il team dei cappellani a Vancouver, ha affermato che “la cura pastorale è il filo spesso nascosto che tiene tutto insieme ai Giochi Olimpici”.

“In pochi altri luoghi il risultato di anni di disciplina intensa e concentrata può provocare uno schiacciante senso di perdita o di gioia in base al risultato di un evento come in questo caso. Ciò vale sia per l’atleta che per l’allenatore. Siamo qui per offrire sostegno a quanti richiedono un’assistenza spirituale per portare avanti ogni parte di questo viaggio”.

Dopo aver verificato l’esperienza canadese, David Wilson ha affermato che la Gran Bretagna spera che almeno tremila chiese del Regno Unito si mobiliteranno per i Giochi del 2012, un evento che dovrebbe avere dimensioni cinque volte maggiori rispetto a quello di Vancouver.

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ZENIT Staff

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