Le donne volontarie che tengono unita l'Italia

Nonostante gli ostacoli e le difficoltà, le donne dedicano al volontariato più ore degli uomini. Edoardo Patriarca, presidente del Cnv: “Il loro impegno vale doppio”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

In Italia, le donne sopra i 14 anni sono il 52% della popolazione, rappresentano il 42% della forza lavoro occupata -spesso con ruoli subalterni e retribuzioni più basse, ma sono ben il 45% del totale delle organizzazioni di volontariato. E soprattutto sono quelle che dedicano più tempo per gli altri.
È quanto emerge da un approfondimento della Fondazione Volontariato e Partecipazione su i dati forniti dall’Indagine Istat sugli Aspetti della Vita Quotidiana. Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, ha spiegato che: “Nonostante le fatiche, sia nella vita privata sia in quella lavorativa, i dati ci raccontano di una forte dedizione delle donne al volontariato. Un’opera che vale doppio proprio perché il percorso per l’impegno civile e sociale delle donne è ancora oggi denso di ostacoli”.
“Le donne –ha aggiunto il presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione, Alessandro Bianchini- risultano strutturalmente svantaggiate rispetto agli uomini perché meno rappresentate negli ambienti organizzativi e più gravate da incombenze e responsabilità. Ma quando possono e decidono di aderire ad un’organizzazione di volontariato, le donne dedicano ad essa un livello di impegno superiore a quello degli uomini. È un indizio consistente di un interesse particolarmente vivo”.
Se da un lato, infatti, le donne in genere hanno una minor propensione ad aderire ad organizzazioni di volontariato, dall’altro evidenziano livelli di impegno (misurati in termini di ore settimanali dedicate a tali attività) superiori a quelli maschi, con una media di 18,5 ore contro 15,4 degli uomini.
Poiché fare volontariato presuppone una certa disponibilità di tempo, è opportuno sottolineare il confronto a parità di ore che uomini e donne dedicano (settimanalmente) al lavoro e alla famiglia. Come è noto, gli uomini occupati lavorano in media per più ore rispetto alle donne, ma il bilancio tende a riequilibrarsi prendendo in considerazione anche le attività domestiche.
Le donne si confermano più coinvolte nelle attività di volontariato, con un livello di impegno orario superiori in media del 18% rispetto agli uomini. Le donne tendono ad essere sovra-rappresentate nelle associazioni di volontariato a sfondo religioso e politico, nonché in quelle che presentano un orientamento civico (ad esempio per la tutela di diritti o per la difesa di beni collettivi).
In merito alle motivazioni dello svolgimento delle attività di volontariato, le risposte selezionate con maggior frequenza, dalle donne come dagli uomini, sono “per fede nella causa sostenuta dal gruppo/associazione”, “per dare un contributo alla comunità, all’ambiente”, “per motivi religiosi”.
A differenza degli uomini, tuttavia, le donne evidenziano anche una certa attenzione per motivazioni legate alla sfera lavorativa, quali “per occasioni di crescita professionale e per cercare opportunità di lavoro” e “ho acquisito competenze utili per il lavoro”; in questi casi, infatti, la proporzione fra i sessi è decisamente favorevole alle seconde (su tre volontari che hanno scelto “per crescita professionale ed opportunità di lavoro” due sono donne ed uno è uomo).
Essere disoccupati ha un effetto negativo sulla probabilità di svolgere attività volontarie (a parità di età, di sesso e di titolo di studio il tasso di partecipazione al volontariato degli individui disoccupati è inferiore a quello degli occupati e degli inattivi). Una possibile spiegazione è che chi è disoccupato ha poco tempo da dedicare ad altre attività perché è totalmente assorbito dalla ricerca di un lavoro.
Se tuttavia si considera l’interazione fra disoccupazione e genere, si può osservare che mentre l’effetto negativo della prima sulla propensione al volontariato si intensifica per gli uomini, esso sparisce completamente per le donne. In pratica, a differenza degli uomini, le donne disoccupate hanno le stesse probabilità di militare in associazioni di volontariato delle donne occupate o inattive.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione