Le dimensioni missionarie e mariane di papa Francesco

I punti salienti del suo programma nei primi tre interventi del nuovo Sommo Pontefice

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1. Evangelizzare Roma – Pregare la Madonna

Senza voler dire più di quanto trascrivo e riporto, mi sembra doveroso partecipare subito  l’impressione suscitata in me dalle espressioni di Papa Francesco nei primi tre interventi pubblici dopo l’elezione a Sommo Pontefice. Queste, oltre ad offrire la testimonianza di una povertà evangelica e di una comunione profonda con la gente, conseguenza della sua intima comunione profonda con Dio, sottolineano due dimensioni essenziali della sua vita e con le quali sembra che voglia quasi  indicare i punti salienti del suo programma come Pastore Universale della Chiesa: la dimensione missionaria e quella mariana.

Tra le prime frasi pronunciate dalla Loggia della Basilica Vaticana, al primo saluto alla gente in Piazza San Pietro e a tutta la Chiesa, c’è questa: “…Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!”.

Poi la dimensione mariana nella conclusione del saluto a Roma: “Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo!”

2. La Missione: Camminare – Edificare – Confessare

Il pomeriggio del 14 marzo, nell’omelia della prima santa Messa con i Cardinali, Francesco, partendo dalle tre letture del giorno, ha come delineato il cammino che intende percorrere come Papa ma assieme a tutti: vescovi, clero, religiosi, popolo di Dio. Ha condensato in tre verbi la sua riflessione-programma: Camminare – Edificare – Confessare.

“… Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore…

Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. .. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.

Confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore…

Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro…

Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore…

Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti…”.

Ma questo è stato sempre, perché dettato da Gesù stesso, il cammino della missione della Chiesa nel mondo e nella storia (cfr. Mt,10; Lc, 10). Papa Francesco lo rilancia con sereno coraggio e grande speranza.

3. L’impegno: “La mia volontà è servire il Vangelo”

Incontrando i Cardinali e salutandoli, ancora più chiaramente Papa Francesco ha comunicato lo spirito missionario che nutre la sua fede e il suo impegno di Pastore Universale. Ha detto: “Proprio partendo dall’autentico affetto collegiale che unisce il Collegio Cardinalizio, esprimo la mia volontà di servire il Vangelo con rinnovato amore, aiutando la Chiesa a diventare sempre più in Cristo e con Cristo, la vite feconda del Signore. Stimolati anche dalla celebrazione dell’Anno della fede, tutti insieme, Pastori e fedeli, ci sforzeremo di rispondere fedelmente alla missione di sempre: portare Gesù Cristo all’uomo e condurre l’uomo all’incontro con Gesù Cristo Via, Verità e Vita, realmente presente nella Chiesa e contemporaneo di ogni uomo. Tale incontro porta a diventare uomini nuovi nel mistero della Grazia, suscitando nell’animo quella gioia cristiana che costituisce il centuplo donato da Cristo a chi lo accoglie nella propria esistenza…. Abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra (cfr At 1,8).

Alla potente intercessione di Maria, nostra Madre, Madre della Chiesa, affido il mio ministero e il vostro ministero. Sotto il suo sguardo materno, ciascuno di noi possa camminare lieto e docile alla voce del suo Figlio divino, rafforzando l’unità, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando la genuina fede nella presenza continua del Signore…”.

Questi i primi interventi pubblici di questo Dono grande di Dio alla Chiesa che è Papa Francesco. Da sacerdote e da vescovo si è sempre mosso per andare incontro alla gente e, tra esse, ai più poveri e condannati dalla vita. Siamo certi che, con la serena coscienza di essere ora il Pastore Universale della Chiesa, darà nuovo vigore, nuovo entusiasmo, nuova gioia nel portare in prima persona il Vangelo là dove gli uomini e le donne d’oggi vivono la loro esperienza quotidiana spesso senza Dio o senza conoscerlo abbastanza per amarlo davvero.

In questo impegno di evangelizzazione sarà sempre Madre e Maestra Maria, la prima missionaria del Figlio.

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Giuseppe Buono

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