Le cose di lassù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Non tutti gli scribi e i farisei conducevano una vita tale da incorrere nei “guai” di Gesù. Del resto, gli scribi, addetti alla copiatura dei pareri rabbinici sulle sacre Scritture, erano frequentatori assidui dei libri sacri. La devozione del gruppo dei Farisei era fatta di Tempio e rispetto per la Toràh. Gesù vuole alludere, quindi, a coloro che restano degli ipocriti. Contro chi guarda troppo poco alle cose di lassù, si scaglia il racconto di Matteo (questo è forse l’indizio che tale Vangelo fu redatto dopo che il gruppo dei seguaci di  Gesù si era “distaccato” dall’osservanza giudaica).

Meditazione

Sporchi dentro e belli fuori, come dei “sepolcri imbiancati”: questo il giudizio sprezzante di Gesù all’indirizzo degli ipocriti, soprattutto se questo loro atteggiamento venisse collegato allo zelo per la religione e per la fede, anzi fosse ostentato come modalità per apparire, falsamente, più puri e più coerenti rispetto ad epoche antiche, allorché erano stati fatti addirittura fuori dei profeti troppo scomodi. Quanta gente, anche tra le file dei credenti, si comporta in maniera simile: troppo attaccata alle cose di quaggiù, anche alle devozioni e alle pratiche di tipo puramente esteriore e, dunque, incapace di praticare la vera giustizia, realtà per la quale questo mondo, pur con tutti i suoi piaceri, perderebbe di significato. Dobbiamo insegnare alle nuove generazioni ciò che conta, cioè la vera felicità, che sta soltanto nelle “cose di lassù”, nell’ascolto verace della Parola di Dio e nella pratica dell’effettiva giustizia. Proprio così sant’Agostino parlava della sua mamma, Monica, in un passo in cui ricorda un intenso colloquio con lei: «Signore, tu sai che in quel giorno, mentre così parlavamo e, tra una parola e l’altra, questo mondo con tutti i suoi piaceri perdeva ai nostri occhi ogni suo richiamo, mia madre mi disse: “Figlio, quanto a me non trovo ormai più alcuna attrattiva per questa vita. Non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù e perché mi trovi qui. Questo mondo non è più oggetto di desideri per me. C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa, mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene”» (Confessioni 9, 10-11). 

Preghiera

Come Paolo, o Signore, voglio lavorare e sostenermi con le mie fatiche, senza mai pesare sugli altri. Tu, che sei il Re della pace, dona serenità e pace agli imprenditori ed operatori economici, affinché ognuno possa esprimere al meglio se stesso, nella giustizia e nella veracità.

Agire

Gesù insegna l’amore perfetto verso Dio. Voglio verificare a quale posto colloco Dio rispetto alle cose che mi piacciono di più e rispetto alle persone che amo. Dio al primo posto!

*

Meditazione del giorno a cura di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it


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ZENIT Staff

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