"Le condizioni del popolo greco non rendono onore né al paese, né alla UE"

I vescovi della Grecia scrivono a Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale

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Comprensione, azioni concrete, vicinanza alla popolazione in questo momento di difficoltà. È un accorato messaggio quello che la Conferenza Episcopale della Grecia ha indirizzato a Commissione europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. “Chiediamo alle istituzioni europee e al Fondo Monetario Internazionale di continuare a mostrare comprensione e, con azioni concrete, di stare accanto ad una popolazione che ha contribuito così tanto all’Europa ma che ora vive in condizioni che non rendono onore né al nostro Paese, né all’Unione europea”, si legge nel testo, a firma del presidente Franghiskos Papamanolis, vescovo emerito di Syros-Thira-Creta, e del segretario Nikolaos Printezis, arcivescovo di Naxos-Tinos. 

Ribadendo la piena vicinanza alla popolazione “che continua a vivere in condizioni avverse e non decenti negli ultimi anni”, i presuli affermano: “Non è compito nostro attribuire responsabilità per queste responsabilità. A noi, come Chiesa, compete il dovere di stare accanto alla gente che soffre. Ma non possiamo farlo in questo modo! Naturalmente, la crisi finanziaria non ha escluso la Chiesa”.

Nella lettera, la Conferenza Episcopale greca cita quindi il messaggio di Papa Francesco alla popolazione greca dello scorso 1° luglio scorso, come pure la missiva ei vescovi cattolici francesi del 7 luglio. Poi viene rivolto un appello a Ue e Fmi, affinché “dimostrino responsabilità e vera solidarietà con buona volontà, due pilastri della democrazia su cui si basa il presente e il futuro dell’Unione europea”.

I vescovi esprimono inoltre la speranza “che i leader dell’Unione europea e dell’Eurozona rimangano uniti e che, senza violare lo spirito delle leggi delle istituzioni che rappresentano, in collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale, facciano tutto il possibile per aiutare i cittadini attualmente deboli in termini finanziari appartenenti ad uno Stato membro”. Perché, sottolineano, “la grande maggioranza dei greci crede nell’appartenenza all’Unione Europea e all’euro”. 

Intanto oggi si è svolto il primo esame dei vertici europei, sulla bozza di riforme presentata dalla Grecia, che ha già suscitato diverse reazioni positive. Il documento includnuove tasse, l’aumento dell’Iva e un ritocco del sistema pensionistico.

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ZENIT Staff

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