"Le Chiese Orientali vedranno la mano del Signore nel nostro impegno concreto"

L’omelia del cardinale Leonardo Sandri durante la Messa di oggi, in San Pietro, per i benefattori della Roaco

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Si è svolta questa mattina, alle 8.45, presso l’altare di San Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana, la Messa presieduta dal cardinale Leonardo Sandri per l’inizio dei lavori della ROACO, in memoria dei benefattori vivi e defunti delle Chiese Orientali.

Prima dell’omelia, il porporato ha affidato la preghiera ai due Papi santi: Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, canonizzati il 27 aprile scorso. “Celebrare nella Basilica di San Pietro, così vicini al suo sepolcro, ma anche ai due Pontefici che furono tanto amici dell’Oriente cristiano, può incoraggiare il rinnovamento della vita personale e dell’impegno comune”, ha esordito Sandri. E ha ricordato come sia Wojtyla che Roncalli furono entrambi “benefattori speciali delle Chiese Orientali”, che “in vita si sono prodigati per esse ed ora le accompagnano con l’intercessione presso il Signore”.

Sempre ai due Pontefici, il cardinale ha affidato due speciali preghiere: la prima per Papa Francesco, “che nel recente pellegrinaggio in Terra Santa ha confermato tutta la sua sollecitudine a favore dell’Oriente cristiano”. “Con lui – ha detto – confermiamo la supplica di pace per la Siria, per l’Iraq e tutto il Vicino Oriente, come per l’Ucraina, affinché tornino ovunque e al più presto la concordia e la giustizia”.

La seconda preghiera è invece di suffragio per le numerose vittime dei conflitti in atto e di conforto per quanti ne piangono la perdita. “Il Signore – è stata l’orazione del cardinale – conceda alle Chiese orientali di svolgere in serenità la missione del vangelo nelle nazioni di cui fanno parte a pieno titolo perché sono sempre pronte a contribuire al bene di tutta la società”. 

Durante l’omelia, il prefetto del Dicastero per le Chiese d’Oriente ha ricordato poi l’odierna ricorrenza della nascita di San Giovanni Battista, “il Precursore del Signore Gesù”, al quale – ha detto – ci riferiamo “per trarre ispirazione sempre nuova nell’opera che cerchiamo di compiere insieme a beneficio dell’Oriente cristiano”. 

“La divina benevolenza ci precede sempre”, ha proseguito in riferimento alla prima Lettura della Liturgia di oggi. “È Dio, nel suo amore, a scegliere e a forgiare i testimoni! Nel nostro lavoro, pur dovendo impegnare generosamente l’intelligenza e la riflessione, ci richiesto l’affidamento fiducioso al Signore”.

Allora, la grazia da chiedere a Dio è che “ci liberi da ogni personalismo e ci apra piuttosto a quel confronto sereno che aiuta ad individuare il bene autentico, quello che è possibile offrire tra le tante urgenze che ci assillano”. “La verità è un dono da invocare sempre insieme agli altri e con umiltà”, ha affermato Sandri. 

E ha esortato ad un “rendimento di grazie sincero”, che permetta di “riconoscere che ad essere ‘meravigliose’ sono le opere di Dio e non tanto le nostre”. “Chi non ringrazia può addirittura ostacolare l’operare di Dio”, ha evidenziato il porporato. “Non sostituiamoci mai a Colui che è più grande di noi”: sarebbe, questa, “una impresa impossibile” che “può illudere solo per qualche tempo, preparando le più amare delusioni”. Invece, “se impariamo a benedire Dio ‘in ogni tempo’ – ha soggiunto – anche quando le sue vie sembrano troppo oscure e talora in aperta contraddizione con le aspirazioni più irrinunciabili, proprio allora Dio mostrerà la potenza della sua salvezza”.

Con questa stessa fiducia si può guardare al futuro delle Chiese Orientali, che – ha affermato il cardinale – “vedranno la mano del Signore anche nel nostro impegno concreto, solo se esso sarà umile e decisamente radicato nella sua volontà. La fiducia che susciteremo in tal modo andrà ben al di là di quanto abbiamo potuto umanamente dare”. 

Prima di concludere, il prelato ha ricordato come proprio il 24 giugno di dieci anni fa, Giovanni Paolo II concesse la sua ultima udienza alla ROACO. Ha dunque ricordato le parole pronunciate dal Pontefice polacco in quella circostanza, quando “ringraziò le agenzie per il ‘prezioso servizio di solidarietà’, osservando che per svolgerlo adeguatamente si deve attingere la forza necessaria dall’Eucaristia”. “Fedeli a quella esortazione – ha concluso Sandri – anche noi partecipiamo con gioia al mistero eucaristico affinché la nostra carità contribuisca a fermare la dilagante disgregazione a sostegno della comunione”.

Insieme al porporato, hanno concelebrato S. B. Shevchuk, Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, mons. Vasil, Segretario della Congregazione, mons. Zenari, Nunzio Apostolico in Siria, mons. Lazzarotto, Delegato Apostolico a Gerusalemme, mons. Gullickson, Nunzio Apostolico in Ucraina. Presenti anche mons. Pop, vescovo della Curia Arcivescovile Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Romena, mons. Crihalmeanu, vescovo di Cluj (Romania), mons. Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole e Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, insieme al Sotto-Segretario della Congregazione, mons. Malvestiti, gli Officiali e una decina di sacerdoti.

(A cura di Salvatore Cernuzio)

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ZENIT Staff

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