Le brigidine di Assisi in festa per la canonizzazione della fondatrice

Maria Elisabeth Hesselblad, luterana svedese convertitasi al cattolicesimo all’inizio del secolo scorso, diventerà santa il prossimo 5 giugno

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Anche la piccola comunità delle suore di Santa Brigida di Assisi esulta per la notizia della prossima canonizzazione della loro fondatrice, Maria Elisabeth Hesselblad, annunciata nei giorni scorsi da papa Francesco per il prossimo 5 giugno.
Sull’esempio e i carismi della madre, religiosa di origine svedese, fondatrice della congregazione delle suore dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, la comunità assisana sta vivendo con entusiasmo e in preghiera questo annuncio.
“L’ardente zelo per l’unità dei cristiani” che brucia nella vita e nelle opere delle sue figlie spirituali è tanto forte qui in Assisi così come in tutte le case, circa 50 per 600 suore, della Congregazione sparse nel mondo. La madre superiore Suor Marcellina Tauro, insieme alle nove consorelle è radiosa perché questa canonizzazione segna il punto di arrivo di un processo introdotto nel 1988; il 26 marzo 1999 papa Giovanni Paolo II, pubblicando il decreto sull’eroicità delle virtù, riconobbe a madre Hesselblad il titolo di venerabile.
Lo stesso pontefice ha presieduto la sua cerimonia di beatificazione celebrata in piazza san Pietro a Roma il 9 aprile del 2000. Maria Elisabeth era nata in Svezia, da una famiglia molto numerosa di fede luterana, dopo aver perso il padre, per sostenere economicamente i suoi, fu costretta ad emigrare negli Stati Uniti d’America e, all’età di diciotto anni, venne assunta come infermiera in un ospedale di New York.
Tornò in Europa per un viaggio nel 1902 e, visitando la chiesa di Santa Gudula a Bruxelles con alcune amiche, maturò la decisione di convertirsi al cattolicesimo: venne formalmente ricevuta nella Chiesa cattolica il 15 agosto del 1902 a New York. Ammalatasi e giudicata inguaribile dai medici, nel 1904 la Hesselblad espresse il desiderio di passare i suoi ultimi giorni a Roma, presso la casa dove aveva vissuto la sua connazionale santa Brigida, e di offrire la sua vita a Dio per il ritorno della Chiesa di Svezia alla comunione con la Sede apostolica. Papa Pio X le concesse di vestire l’abito brigidino e di ritirarsi tra le monache carmelitane che ormai occupavano l’antico edificio di piazza Farnese: guarita, la Hesselblad prese a studiare l’antica regola di santa Brigida e, giudicandola inadatta al suo fine, cioè l’apostolato ecumenico presso le popolazioni scandinave, pensò di fondare una nuova congregazione a voti semplici. L’8 settembre del 1911 ebbe formalmente inizio il nuovo istituto e ben 56 anni dopo la fondatrice si spense a Roma.
La comunità di Assisi, che si è insediata nel 1970, vuole essere un’oasi di preghiera in cui vengono accolti donne e uomini in spirito di pace e serenità. È lo spirito semplice, umile e accogliente di Francesco quello che caratterizza il monastero della città serafica dove arrivano persone dal Nord Europa e dall’America, paesi tradizionalmente protestanti che appartengono alle chiese riformate luterane e battiste. Questa presenza diventa motivo di incontro, di conoscenza, di dialogo tra i cristiani di varie confessioni.
“I nostri ospiti – spiega suor Marcellina, in un comunicato della diocesi di Assisi – trovano la presenza di Dio nell’ambiente, in cui vengono accolti; e la diversità delle confessioni religiose, unita all’interesse reciproco, alla testimonianza e al rispetto, diventa a sua volta esperienza dell’unità di Dio e della sua Chiesa, per noi e per i nostri ospiti. Dio ci benedica e si degni di far fruttificare gli sforzi della Chiesa a costruire sempre più profondamente la comunione tra i cristiani a nutrire una effettiva cooperazione tra i discepoli di Cristo”.

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ZENIT Staff

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