Dono del Presidente al Papa della piccola opera di San Gregorio di Narek, nel corso del Viaggio Apostolico in Armenia (Visita di Cortesia del Papa al Presidente - 24 giugno 2016) - © Copyright Vatican Media

L’arte diventa un messaggio di fratellanza

Comunicato (a cura dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede)

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Papa Francesco inaugurerà nei Giardini Vaticani una statua di bronzo, che raffigura l’eroe della cultura armena, San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, autentico ponte tra Oriente e Occidente, simbolo dell’ecumenismo.
L’inaugurazione avverrà giovedì 5 aprile 2018, alle ore 12:00 alla presenza di Serzh Sargsyan, Presidente della Repubblica d’Armenia, di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni e Sua Santità Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia.
L’artista che ha realizzato l’opera si chiama David Erevantsi. L’opera bronzea è stata realizzata in una fonderia nella Repubblica Ceca ed è stata resa possibile grazie al sostegno finanziario dell’Ambasciatore armeno presso la Santa Sede Mikayel Minasyan e di Arthur Dzhanibekyan. Ne sono state prodotte due copie, una per i Giardini Vaticani e l’altra destinata ai giardini del Catolicossato di Etchmiadzin. L’arte diventa così un messaggio di fratellanza capace di unire Chiese sorelle. L’idea di offrire alla Città del Vaticano e a Francesco la statua bronzea di Gregorio di Narek che verrà inaugurata è affiorata due anni fa, durante il viaggio in Armenia del Pontefice, quando il Presidente Sargsyan ha donato al Santo Padre una piccola statua bronzea di San Gregorio di Narek con l’auspicio di poterla vedere un giorno nei Giardini Vaticani molto più in grande.
SCHEDA
Gregorio di Narek è stato un poeta, un monaco, un teologo, un filosofo, un mistico e un santo (951- 1010). E’ considerato una figura centrale, quasi eroica, della storia dell’Armenia per avere modellato il pensiero orientale cristiano. Per certi versi, dal punto di vista intellettuale, può essere paragonato ad un Dante Alighieri e per questo dagli studiosi è considerato un ponte eccezionale tra Oriente e Occidente.
Papa Francesco lo ha elevato alla dignità di Dottore della Chiesa Universale il 12 aprile 2015 con apposita lettera apostolica, annunciata il giorno stesso durante la messa speciale celebrata a San Pietro alla presenza di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, di Sua Santità Aram I, Catholicos della Chiesa Armena Apostolica di Cilicia, nonché del Patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici S.B. Nerses Bedros XIX. Il titolo di Dottore della Chiesa è stato concesso in virtù della sua dottrina eminente e della santità di vita. La Chiesa cattolica lo ricorda il 27 febbraio. Gregorio entrò in monastero da piccolo dove ricevette una ricchissima formazione dall’igumeno Anania, che gli permise di leggere tutte le grandi opere patristiche, sia greche che orientali, e di nutrire la sua meditazione quotidiana con un immenso tesoro di letture spirituali. Trascorre la sua vita nel raccoglimento, pregando, insegnando, contemplando la natura circostante. I suoi studi lo portarono a rielaborare la tradizione ricevuta in un linguaggio poetico fra i più alti della storia cristiana. Alla sua morte, il corpo di Gregorio fu deposto nella chiesa del Monastero di Narek nel quale aveva vissuto e divenne subito oggetto di venerazione per la santità di vita e la profonda spiritualità riconosciuta unanimemente. L’opera più nota di Gregorio di Narek è il Libro della Lamentazione, una raccolta di novantacinque preghiere in forma poetica, uno dei maggiori capolavori in assoluto della poesia e della mistica di tutti i tempi. Si tratta di un libro che narra un’avventura spirituale, è il racconto dell’anima di un uomo, con le sue paure, le sue aspirazioni altissime, e la vertigine di una fame di Dio. E’ una poesia altissima che ha il potere di un lamento ma capace di strappare il perdono divino. Non tanto un pianto, ma un battito per fare volare l’anima, facendola vibrare.
SCHEDA DELLO SCULTORE
David Erevantsi è uno dei maggiori artisti armeni viventi. Nato a Yerevan nel 1940, studia all’Istituto Terlemezyan delle Belle Arti di Yerevan dove sviluppa lo stile che contraddistingue la sua produzione scultorea e che si ispira ai modelli della tradizione antica rivisitati in chiave contemporanea. Nel 1974 si stabilisce a Parigi. Attualmente vive ed opera tra Parigi e Yerevan. Erevantsi ha partecipato a numerose mostre in Armenia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica Ceca e altri paesi, con opere presenti in collezioni museali a Parigi, Mosca, Praga e Yerevan. Le sue opere sperimentali in ceramica hanno vinto diversi premi tra gli anni ’60 e ’70. Tra le più note produzioni scultoree di Erevantsi si annovera la statua al compositore armeno Komitas a Parigi e il monumento allo scrittore americano di origine armena William Saroyan a Yerevan.

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ZENIT Staff

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