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Lampedusa: dopo tre anni l’Italia ricorda

Fiori in mare per commemorare i 366 migranti naufragati il 3 ottobre 2013

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A tre anni esatti dalla più grave tragedia mai capitata nel Mediterraneo, l’Italia celebra la prima Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza. Il 3 ottobre 2013 un naufragio a largo di Lampedusa costò la vita a 366 migranti.
Per l’occasione, una flotta di barche e pescherecci sono usciti fino all’Isola dei Conigli, nei pressi della quale avvenne la tragedia. Lì, gli equipaggi hanno gettato in mare delle ghirlande, in memoria degli annegati.
“Tre anni fa era solo una tragedia italiana, oggi è una giornata europea – ha dichiarato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano -. Prima li salviamo; solo dopo vediamo se hanno diritto all’asilo”, ha aggiunto, salutando la commemorazione come “un’ultima chiamata per l’Europa che non può stare al balcone”.
A terra, il tragico anniversario è stato ricordato con una marcia di studenti, cittadini lampedusani e superstiti al naufragio del 2013. Alle 18 è prevista una cerimonia ecumenica di commemorazione nella chiesa di San Gerlando.
Nel frattempo la Comunità di Sant’Egidio ha lanciato un appello “perché vengano accelerati i progetti che hanno come obiettivo la salvezza dei migranti dai viaggi della disperazione”, che – viene ricordato – soltanto dall’inizio del 2016, hanno provocato ben 3498 vittime, quindi con “un morto ogni 42 profughi che partono dall’altra sponda del Mediterraneo, una percentuale ancora più elevata di quella registrata nel 2015”.
A fronte del problema, Sant’Egidio ha ribadito la soluzione dei “corridoi umanitari”, promossi dalla Comunità assieme alle chiese evangeliche e alla tavola valdese, con “300 profughi siriani già arrivati dal Libano con regolari voli di linea e non sui barconi”, cui si affiancano “altre centinaia che giungeranno prossimamente”.
“Occorre moltiplicare le vie legali che consentono l’arrivo dei migranti in tutta sicurezza, per chi viaggia e per chi accoglie, e facilitano l’integrazione”, aggiunge la nota di Sant’Egidio.
“L’Europa di domani non si costruisce con la crescita della denatalità, con i respingimenti, con nuovi muri e lastricando i fondali del Mediterraneo con i corpi di uomini e donne, giovani e bambini”, ha detto da parte sua il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, in una nota pubblicata dal SIR.
“L’Europa di domani – ha proseguito – si costruisce solo sulla tutela della dignità di ogni persona, sulla giustizia sociale, sulla cooperazione e condivisione dei beni”.
Rievocando la tragedia del 3 ottobre di tre anni fa, Perego ha parlato di un giorno in cui “il mondo s’indignò, l’Europa pianse, l’Italia si svegliò creando l’operazione Mare nostrum”, grazie alla quale sono state salvate 170mila persone, sebbene il numero dei morti in questi tre anni – oltre 11.500 – sono “ancora troppi”, ha commentato il presidente di Migrantes.
In conclusione, monsignor Perego ha auspicato che “questa Giornata possa diventare l’occasione per gridare insieme non solo il nostro sdegno ma anche la volontà di costruire stabilmente corridoi umanitari e vie legali che accompagnino i migranti e le loro famiglie e consentano l’ingresso in Italia e in ogni Paese d’Europa, senza altre morti innocenti”.
[Servizio a cura di Luca Marcolivio]

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ZENIT Staff

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