A faithful supports a cross during the mass celebrated by Pope Francis prior to the opening of the Holy Door of Saint Peter's Basilica

© Servizio fotografico - L'Osservatore Romano

Lampedusa, da "porta d'Europa" a Porta Santa

Celebrazione giubilare nell’isola: il card. Montenegro ha aperto la Porta Santa nel santuario della Madonna di Porto Salvo, in occasione della Giornata mondiale dei migranti e rifugiati

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Da “porta d’Europa” Lampedusa è divenuta oggi una nuova Porta Santa che si è spalancata in occasione del Giubileo straordinario della misericordia. Nelle scorse ore, con la celebrazione dei primi vespri, il cardinale arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, ha infatti aperto la Porta Santa nel santuario della Madonna di Porto Salvo, in vista anche della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che ricorre domani, domenica 17 gennaio, sul tema «Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia».
In mattinata, il porporato si è recato alla “Porta d’Europa”, il monumento innalzato in memoria dei numerosi migranti fuggiti da Nord Africa e Medio oriente, da fame e guerre, morti poi in mare. Proprio quello è stato scelto da cardinale come luogo giubilare; lì si è tenuta una sosta di preghiera e di riflessione sul tema della Giornata e, successivamente, nel corso della Messa, è stato consegnato alla comunità di Lampedusa il Crocifisso, fatto da remi di barconi, regalato dal presidente Raúl Castro al Papa durante il suo viaggio apostolico di settembre a Cuba.
I lampedusani sono stati “sempre accoglienti nei riguardi di chi arrivava nell’isola dalla terra africana”, ha sottolineato il cardinale Montenegro ai microfoni di Radio Vaticana. “Allora, se quella porta i lampedusani l’hanno sempre aperta, ecco, forse è opportuno continuare a tenerla aperta perché ci si renda conto che la storia ha bisogno di cambiare un po’, ha bisogno di caricarsi più di umano”.
Il porporato ha poi spiegato che “vicino al santuario ci sono delle grotte, dove si radunavano cristiani e musulmani per pregare. È un luogo speciale, dove gli uomini si sono incontrati e insieme hanno guardato il cielo. Aprire la porta santa di quel santuario è desiderare che tutti ci sentiamo coinvolti in questa storia che apre il cuore a Dio e ai fratelli”.
Così, l’apertura di una Porta Santa a Lampedusa, ha aggiunto Montenegro, “è un monito che si fa prima ai credenti”: “Se noi riusciamo a cambiare il cuore e aprire la porta del cuore, la storia già sta cambiando. Se poi questo segno, che vale per noi credenti, è un segno che gli altri possono e vogliono leggere, ecco che allora è una possibilità data a tutti di aprire, ripeto, la porta del cuore per andare incontro e per accogliere chi viene”.
Sulla stessa scia Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children ha dichiarato: “Per troppi bambini e per le loro famiglie oggi le tante ‘porte d’Europa’ non rappresentano un approdo sicuro, ma segnano l’inizio di una nuova odissea”.
Continua infatti l’esodo dalle zone di conflitto di migliaia di persone che affrontano i rischi del viaggio, aggravati drammaticamente dalla stagione invernale, denuncia l’associazione, e i bambini sono le prime vittime di ipotermia e dei naufragi. “Non si può aspettare inermi il verificarsi di altre tragedie annunciate”, dichiara Milano, “è indispensabile rafforzare immediatamente l’intervento di salvataggio in mare, soprattutto nell’Egeo”.
Anche, bisogna “assicurare durante il viaggio dei migranti in Europa l’essenziale per essere protetti dal freddo e per rispondere agli altri bisogni primari; attivare canali alternativi e sicuri di accesso all’Europa, attraverso programmi di ammissione umanitaria perché, ad oggi, come ben sappiamo, l’unica possibilità di fuga consiste nel mettersi nelle mani dei trafficanti”. Infine è necessario che “l’Europa tutta condivida le responsabilità dell’accoglienza rendendo effettivo il sistema di ricollocamento e definendo un sistema di asilo europeo”.
Secondo i dati di Save the Children, negli ultimi cinque anni, 2011-15, sono stati 8.238 i minori sbarcati a Lampedusa, dei quali 1.428 accompagnati e 6.810 non accompagnati. Ad oggi, presso il CPSA di Contrada Imbriacola, sono presenti 63 minori, di cui 58 non accompagnati, originari prevalentemente dell’Eritrea, del Gambia e della Somalia.
Nel 2015 sono arrivati via mare in Italia 153.842 migranti, tra cui 16.362 minori di cui 12.272 minori non accompagnati, di origine prevalentemente eritrea (3.089), egiziana (1.711), somala (1.296), gambiana (1.268) e nigeriana (1.006). Secondo le stime, dal 1 al 15 gennaio 2016 sono approdati nel nostro Paese circa 780 migranti, fra i quali almeno 105 minori (5 accompagnati e 100 non accompagnati).
L’associazione è presente a Lampedusa dal 2008. “Abbiamo condiviso, con la popolazione dell’isola e con i soccorritori, tutti i momenti più drammatici di questi anni, come i naufragi”, ha dichiarato ancora Raffaela Milano, “e, allo stesso tempo, siamo stati testimoni della solidarietà e del naturale spirito di accoglienza con il quale le famiglie lampedusane hanno saputo soccorrere e accogliere chi arrivava via mare: da qui si dovrebbe partire nella definizione delle scelte in Europa e nel mondo, per non arretrare pericolosamente, come purtroppo oggi sta avvenendo, rispetto ai doveri inderogabili di protezione nei confronti di chi fugge ed è perseguitato”.

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ZENIT Staff

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