Lampedusa: basta con "la strage degli anonimi innocenti"

L’appello dell’Istituto di Promozione Umana “Mons. Francesco Di Vincenzo” e del Centro accoglienza Zingale-Aquino per sostenere la struttura che accoglie e cura ragazzi africani scampati agli sbarchi

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In seguito alla dichiarazione del Presidente Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, dopo la “strage degli anonimi innocenti” di Lampedusa, la Fondazione “Istituto di Promozione Umana Mons. Francesco Di Vincenzo” ed in particolare i responsabili del Centro di Accoglienza Zingale – Aquino di Aidone (EN) per immigrati, inclusi  minori non accompagnati, desiderano richiamare l’attenzione sulla situazione che il Centro è costretto a vivere per onorare l’impegno di accogliere e accudire  i ragazzi africani scampati alla morte in uno dei tanti sbarchi avvenuti a Lampedusa e ospiti del Centro dal 20 settembre 2011. 

Infatti, pur non ricevendo alcun rimborso economico da parte delle Istituzioni preposte ormai da circa 10 mesi, seppure più volte informalmente e formalmente sollecitate allo scopo, il Centro di Accoglienza Zingale – Aquino continua a garantire l’erogazione di tutti i servizi richiesti dallo Stato per la gestione dell’Emergenza Africa, in accordo e con il sostegno della Diocesi di Piazza Armerina, provvedendo con risorse proprie (ormai esaurite) e con prestiti bancari (come si sa non a titolo gratuito, dunque gravati da interessi) per la copertura di tutti i costi di gestione relativi al centro, agli operatori, al vitto, alloggio e mantenimento dei minori africani ospitati.

Il Centro di Accoglienza Zingale – Aquino attualmente accoglie 14 soggetti, di cui 7 minorenni e altrettanti maggiorenni provenienti da diversi Paesi (Senegal, Egitto, Nuova Guinea, Nigeria).Se è un dovere salvare la vita di chi è in difficoltà e sta morendo, lo è al contempo assicurare condizioni di vita adeguate alla salvaguardia della dignità della persona.

Un dovere che le Istituzioni pubbliche hanno la responsabilità costituzionale e legislativa di assicurare, soprattutto quando, in regime di sussidiarietà orizzontale, si avvalgono della collaborazione dei corpi intermedi presenti nella società civile, come la Fondazione “Istituto di Promozione Umana Mons. Francesco Di Vincenzo”.

Non è più ammissibile che lo Stato Italiano assolva alle leggi vigenti in materia di cooperazione internazionale e di inclusione sociale, addirittura in regime di emergenza umanitaria, non onorando poi le convenzioni pattuite con gli Enti locali, così che alla fine tutto rimanga a carico di Enti no profit, come la Fondazione “Istituto di Promozione Umana Mons. Francesco Di Vincenzo” che, abbandonati a se stessi, si ritrovano a dover far fronte ad esigenze insormontabili, spendendosi generosamente ogni giorno per la difesa e la promozione del bene comune, rischiando personalmente ed esponendo la propria buona reputazione al giudizio pubblico.

Ora, per far fronte ai nuovi sbarchi avvenuti a Lampedusa negli ultimi giorni, siamo fatti oggetto dalla Prefettura di Enna di nuove richieste di ospitalità di immigrati africani presso il Centro di Accoglienza di Aidone. Ci chiediamo con quali risorse economiche, dal momento che, davvero a malincuore, pensando soprattutto al destino dei ragazzi oggi ospitati, molto presto ci vedremo costretti a non potere più mantenere aperta la struttura per mancanza dei fondi dovuti e necessari, aggiungendoci al numero già cospicuo di Enti religiosi e non che in Sicilia e in Italia ci hanno preceduto nella grave decisione.

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ZENIT Staff

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