Flauto / Pixabay CC0 - hermaion, Public Domain

L’amore è dimenticare sè

“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

E’ la storia che commenta la parola di Gesù: “Chi perde la sua vita per me, la trova”.
In un paese lontano viveva una principessa triste. Trascorreva le giornate standosene appartata; non c’era niente che la facesse uscire dalla sua apatia.
Invano il re suo padre aveva escogitato modi per ridarle il sorriso; alla fine pensò di proclamare un bando per cercare qualcuno che potesse far sorridere la principessa. Non ci fu suddito di quel reame al quale non fosse letto il proclama del re.
Il primo a presentarsi fu un abile giocoliere; poi un giullare.
Fu la volta poi di un buffone. Ma per quanto bravi, originali e divertenti, nessuno di loro riuscì a far sorridere la principessa.
Fu allora che si presentò un vecchio flautista. Il re pensava:” Come può questo sconosciuto riuscire là dove artisti più famosi hanno fallito?”.
Il flautista cominciò a suonare, sotto lo sguardo un pò scettico dei presenti, una musica dolcissima. La figlia del re si mise ad ascoltare: era la prima volta da tanto tempo che qualcosa destava il suo interesse. E dopo poche note…un sorriso fiorì sulle sue labbra.
“Questo è il giorno più felice della mia vita – disse il re – bisogna far festa, una grande festa!” Da quando il flautista era arrivato al castello, la figlia del re aveva trovato la gioia di vivere.
Ma un giorno il flautista suonando, si accorse di non sentire bene le note che uscivano dal suo flauto. Disperato, riprese a suonare pensando di essersi sbagliato. Le note che uscivano dal flauto sembravano lontane come venissero da un altro salone del castello. Era inutile continuare: non ci sentiva più. Guardò un’ultima volta, pieno di amarezza e di nostalgia, il suo flauto, poi lo lasciò in un angolo e uscì nella notte.
Errando, per le viuzze del paese, in quel silenzio, e nel silenzio ancor più grande che era dentro di lui, pensava alla sua vita che ormai non aveva più senso. Ma forse era solo un brutto sogno! Pieno di affanno tornò al castello, salì nella sua stanza a prendere il flauto, provò…No, il silenzio lo avvolgeva…tanto che non si accorse che la principessa gli si era avvicinata e lo guardava triste.
Allora una luce si accese nei suoi occhi, prese il flauto e cominciò a suonare. Lui non sentiva niente, ma le note che uscivano dal suo strumento riportarono il sorriso sul viso della principessa. Ed era per lui questa un’altra musica che solo il suo cuore poteva udire.
Da quel momento, anche se non sentiva più, avrebbe continuato a suonare per fare felici gli altri.
Dimenticare se stessi per gli altri, è ritrovare se stessi.
Ciao da P. Andrea
Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Andrea Panont

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione