Tree

Pixabay CC0 - danfador

L’albero della vita di Jasmine

Quelle “spinte” che vengono misteriosamente da Dio…

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Quella collana con l’Albero della Vita, era mia. L’avevo comprata nella primavera del 2015, a Nizza. Di quell’Albero della Vita mi ero subito innamorata, vedendolo in vetrina: scintillante, sinuoso, argentato. Bello!  Bello come la vita che rappresentava. Quella collana me la mettevo sempre ed oramai faceva parte di me. Poi era arrivato quel viaggio d’istruzione e la richiesta di Jasmine: “Prof, mi presta la sua collana per la durata della gita? Gliela restituisco l’ultimo giorno… Posso?”
Jasmine: due occhi verdi, capelli lunghissimi ed un cuore traboccante emozioni (nascoste ai più). Al ritorno dalla gita, scarico le mie valigie in cucina, prendo le cose più importanti e… “Porca miseriaaa!!! La collana con l’Albero della Vita!”. Mi ero dimenticata di riprenderla. Pazienza, l’indomani avrei mandato un messaggio a Jasmine.
Il giorno dopo mi metto al computer per scriverle, ma sento una strana, forte e chiara sensazione. Qualcosa mi sta dicendo che quella collana la devo lasciare a Jasmine. Ma come faccio? L’Albero della Vita è la mia fissazione. Lo amo. Mi piace indossarlo. Mi sembra che mi appiccichi addosso quella bellissima pericope del libro dell’Apocalisse: “L’angelo mi mostrò un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che usciva dal trono di Dio e dell’agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume, c’è l’Albero della Vita, che dà frutti dodici volte all’anno, dando ogni mese il suo frutto; e le foglie dell’albero servono per la guarigione delle genti”.
Eppure qualcosa mi dice che lo devo lasciare a lei. Devo farlo. Punto. Pochi giorni dopo averle regalato il mio Albero della Vita, vengo a sapere della battaglia personale di Jasmine. Lei non sa che io so così bene. Ma so. So che sta lottando contro un mostro che vuole rubarle la salute ed il futuro. In quel momento ho capito perché sentivo che il mio Albero doveva essere indossato da Jasmine! Forse certe ‘spinte’ vengono misteriosamente da Dio.
Alla fine dei suoi esami di maturità, Jasmine mi ha mandato un messaggio. “Alla conclusione di questi cinque anni, nonostante tutto, penso ancora che io abbia sbagliato a scegliere scuola. Però cerco di vedere ugualmente i lati positivi, come mi ha insegnato lei! La cosa più importante per me non è aver preso quel bel voto agli esami, ma aver imparato alcuni valori fondamentali. L’ultimo giorno di scuola non ho avuto modo di ringraziarla per quello che ha fatto per me e per la mia classe; ci tenevo tanto e lo faccio ora. Le voglio tanto bene! <3”
Insieme al messaggio, Jasmine mi ha mandato una foto dell’Albero della Vita, su di lei. Quel simbolo doveva stare addosso proprio a questa mia stupenda alunna ed io sono felice all’idea che Jasmine, per il resto dei suoi anni, avrà il mio Albero della Vita. Mio. No. Oramai non è più mio. È nostro.
E così le ho risposto: “Cara Jasmine, ogni tanto mi capita sotto gli occhi la foto che ci siamo fatte insieme in terzo…abbracciate… vicine… Per te ho sempre provato una tenerezza incredibile. Dietro i tuoi meravigliosi capelli ho frequentemente intravisto una marea di emozioni che ondeggiavano a 360 gradi. Ora eri su… ora eri giù… ora eri entusiasta… ora eri avvilita… In te vedevo le onde della vita, susseguirsi e sbattere contro la tua sensibilissima anima. Tante lezioni e tanti racconti li ho fatti quasi solo per te. Sapevo che dicendo quelle cose, tu avresti interiorizzato tutto ed avresti usato la lezione, a tempo debito. Quale sarà il tuo futuro? Da combattente. Si può essere combattenti anche con la febbre o con la tristezza incollata addosso. Per essere spiriti combattivi bisogna guardare avanti, nonostante tutto…abbracciare quando se ne ha voglia… superare degli esami anche con poche forze a disposizione, regalare sorrisi anche nelle giornate ‘no’… Per quel che ho potuto, da dietro le quinte, ti ho sempre fatto un po’ da angelo custode, sentendomi privilegiata per averti avuta come alunna. Ed ora? Ora continueremo a stare vicine. Quell’albero della vita (da cui mai mi separavo) sarà il segno della nostra vicinanza. Qualsiasi cosa succeda. Tra un’ora, tra un anno o tra dieci. Io per te ci sarò sempre. Felice di amarti e piena di gioia per averti incontrata!”
Dedicato a Jasmine, guerriera potente senza armatura, ragazza coraggiosa immersa in una battaglia silenziosa, fragile foglia resa forte dal tocco dei tanti angeli che le sono vicini, donna volitiva che ha imparato a camminare anche nel buio… Che l’Albero della Vita le dia un frutto per ogni mese, la guarigione da tutto ciò vorrebbe limitarla e, al più presto, si faccia conoscere dicendole: “Jasmine, riposati alla mia ombra; io sono Dio e faccio nuove tutte le cose”.
[Fonte: www.intemirifugio.it]

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Maria Cristina Corvo

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