La voce di Radio Maria entra nelle carceri

5.000 radio consegnate ai cappellani degli istituti penitenziari d’Italia: una speranza per i tanti reclusi nelle carceri del nostro Paese, con lo scopo di evangelizzare i lontani

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di Daniele Trenca

ROMA, martedì, 6 novembre 2012 (ZENIT.org) – “Madre di Misericordia” è il progetto di Radio Maria che porta l’emittente cattolica più ascoltata anche all’interno delle carceri italiane. Una radiolina dal design particolare disegnata proprio dall’Associazione Radio Maria, che rappresenta la maternità.

La sua forma è quella di una madonnina che ha sul grembo il piccolo. Oltre 5.000 le radio già consegnate, e altrettante quelle che saranno consegnate nei prossimi mesi. L’emittente da anni svolge una missione intensa di preghiera ed evangelizzazione nelle situazioni più difficili, come le carceri, gli ospedali o le case di riposo. Luoghi dove spesso regna lo sconforto, la solitudine e la disperazione.

Grazie alla presenza capillare sul territorio e al mezzo di comunicazione scelto, Radio Maria permette di essere sempre partecipe degli svariati ambiti della quotidianità sia in comunità che nella vita individuale.

La voce di Radio Maria entra discreta nelle carceri, spesso sovraffollate da sempre luogo di riflessione, trasformandosi così anche in luogo di conversione, fornendo un aiuto spirituale alle persone bisognose di consolazione e speranza, incominciando così un percorso nuovo che porta alla conversione.

Molte sono le lettere che l’emittente riceve settimanalmente dai carcerati. Missive cariche di speranza. «Non so cosa sarebbe stato di me senza Radio Maria in questi anni – si legge in una lettera –, poiché mi accompagna da mattina a notte fonda. Prima gustavo solo alcuni programmi, ma più il tempo passa e più seguo praticamente tutto. Cerco anche di diffondere tra i miei “colleghi” la frequenza di Radio Maria, con qualche buon risultato».

Il progetto, partito a luglio 2011, mira ad offrire supporto ai duecentotrenta cappellani delle carceri italiane. Numerosi quelli che hanno accettato ed hanno così aperto una finestra su un piccolo mondo fatto di fatica, di dolore, ma anche di impegno.

In questo modo la Madonna si fa presente in questi luoghi di sofferenza e spesso di degrado, dove annualmente crescono purtroppo anche i suicidi. «Abbiamo affidato alla Madonna il progetto nel Santuario del Sacro Monte di Varese. – dicono da Radio Maria – Dopo un primo contatto sono stati molti i sacerdoti che hanno accettato favorevolmente la proposta».

Proprio in carcere dove molte persone sono lontane o disperse, possono cambiare il proprio cuore: “La vostra disponibilità con questo progetto è davvero provvidenziale” è la frase che spesso risuona dai cappellani. C’è soddisfazione dall’emittente radiofonica, felice di poter seminare un piccolo seme e vedere così germogliare anche li dove la grandezza del male sembra enorme.

In futuro si intensificheranno i collegamenti di preghiera con le carceri anche per la preparazione della messa o l’ora di spiritualità quotidiana che viene trasmessa dagli istituti penitenziari. Di recente i carcerati hanno anche scritto e musicato un canto dedicato a Maria, ennesimo esempio che c’è fame dell’unica vera Parola di libertà, che salva e cambia il cuore di ogni uomo. Un servizio sociale prezioso perché tende la mano a coloro che sono ai margini della società, ma preziosi agli occhi di Dio.

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ZENIT Staff

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