Rieti (Latium)

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La vita: teatro di parole. La poesia di Bianca Maria Simeoni

Il percorso creativo della poetessa reatina sancito dai più autorevoli esponenti della critica

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Bianca Maria Simeoni è un nome ormai consolidato nel panorama della poesia nazionale. Fin dalla sua prima silloge, Verso dove, pubblicata nel 1998, la poetessa reatina si segnalò all’attenzione della critica per l’autonomia dello stile e l’uso di contenuti poetici passati al vaglio di un’intensa esperienza esistenziale. Una poesia che nasceva già matura, frutto di un percorso creativo profondo e meditato.

Quel libro le procurò molti attestati di stima, fra i quali quelli di Mario Luzi e di Maria Luisa Spaziani. “Dietro questi versi – scrisse Luzi – c’è solo la loro intensità; si avverte, netta, l’energia che li fa esistere”. “È sorprendente la forza – sottolineò la Spaziani – di questa giovane poetessa che con tanta consumata abilità allaccia immagini e metafore in un discorso di incisiva valenza morale e metafisica”.

Dall’opera di esordio della Simeoni abbiamo estratto una delle liriche più riuscite, che avvalora con evidenza i giudizi dei due autorevoli recensori. Cruda realtà sembra quasi la rappresentazione “in vitro” di un novello big bang dove le dinamiche dell’esistenza si risolvono nella catarsi della parola, origine ed epilogo della poesia. Molto bella l’immagine del “sax di polvere / imbiancato” che richiama un’atmosfera nostalgica ed evocativa, e tuttavia proiettata al di fuori dalla sfera temporale.

CRUDA REALTÀ

Fu la corrente impetuosa
delle parole…
Fu il tempo
come parentesi breve
di un’attesa legittima…
Fu una creatura eterna
immersa nella solennità
dello spirito.
Fu il tuo volto a festa
e una felicità suprema
interrotta da una musica
dimenticata,
i ritornelli svaniti
e un sax di polvere
imbiancato.
Fu una cruda realtà:
il silenzio glaciale
dopo tanto rumore.

*

In seguito al successo della sua opera prima, Bianca Maria Simeoni venne invitata a tenere un conferenza presso l’Università Binghamton di New York. Nella sua relazione, intitolata Il valore di comunicazione della poesia, la poetessa affermava: “La poesia è un lievito nascosto nella realtà di ogni giorno, che non sempre siamo in grado di cogliere. A volte esplode inaspettatamente, a volte si nasconde nei luoghi, nei paesaggi, o in certi momenti… È il sentimento che traspare, che chiede di essere espresso e ricordato. È il palpito stesso della vita, il mistero della bellezza che continua ad affascinarci se non ci lasciamo sopraffare dalla banalità del quotidiano”.

Un’analisi lucida, alla quale si associa una visione altrettanto nitida delle funzioni della parola poetica: “Spesso la poesia viene giudicata inutile, sembra che non serva a nulla, non ha compiti né funzioni, è la più aerea fra le arti, la più inconsistente… Eppure essa ci aiuta a dire la verità sulle cose, a dettarci frammenti di verità del nostro vivere, ci insegna a contemplare, a ricordare, a rispettare il proprio e l’altrui destino…”.

Una consapevolezza che emerge anche nei versi del secondo volume della Simeoni, Confiteor, pubblicato nel 2002, nel quale troviamo un componimento, Mal d’essere, dedicato all’inquietudine del poeta e alla sua capacità di risvegliare nuovi varchi di coscienza, che portano alla luce un dolore decantato e tuttavia non privo di impulsi irrazionali.

MAL D’ESSERE

Voci che si levano e si confondono
nel continuo brusìo di un coro
sconnesso e uniforme.
Voci che non si spengono.
La vita: teatro di parole,
primadonna la penna,
arma che ferisce e guarisce.
E noi naufraghi disperati
nell’abisso che c’inghiotte,
nero profondo
rovinoso irrompe.
Vagabondiamo su una lapide
dalle pareti scivolose
per dissipare ogni paura,
per assaporare la sincerità oltraggiosa
del potere schiacciante
d’insultare l’istante.

*

Passeranno altri sette anni prima che Bianca Maria Simeoni si risolva a dare alle stampe un nuovo volume. Mots d’amour (questo il titolo dell’opera, pubblicata nel 2009 per le Edizioni Artescrittura) sancisce la sua definitiva affermazione fra le voci più significative del nostro tempo. Maria Luisa Spaziani, che fin dalle origini aveva creduto in lei, la definisce “una poetessa d’amore per eccellenza di stile”. Corrado Calabrò sottolinea il “rassegnato e voluto esistenzialismo” dell’autrice. Giorgio Albertazzi, autore della prefazione del libro, individua “un segno di fatalità nella poesia di Bianca Maria che reinterpreta il nucleo dell’animus romantico classico”; e chiude le sue riflessioni con queste parole: “Poesia, insomma, e poeta è Bianca Maria Simeoni”.

Proponiamo allora ai nostri lettori due composizioni tratte dalla silloge Mots d’amour, alla quale è stato, tra l’altro, attribuito il “Premio Nazionale di Poesia Giuseppe Jovine”, dedicato alla memoria del grande poeta molisano che, nel 1998, definì l’opera della Simeoni una forma di “poesia-pensiero sostanziata e impreziosita da un simbolismo che nasce dalle cose”.

IL CERCHIO DELL’IMMORTALITÀ

Il cerchio dell’immortalità si è infranto
e i padroni dello spazio e della storia
ora filtrano i sussurri dell’aria.
Il silenzio scopre i rimpianti
in questa pace sferzata dal gelo.
Non è ancora stagione di pietà,
le ceneri annunciano faville.

*

NELL’ANSIA DEL COMPRENDERE CERCHI LA PACE

Nell’ansia del comprendere cerchi la pace:
orma bellissima, il tuo disordine
che percorri con passo smarrito.
Il senso del tutto è un disegno incompiuto
di navi illusorie che portano altrove.
Eppure si alza il sipario di nebbia
su un secolo naufrago senza pietà.
C’è uno spartiacque tra destino e caso.
Scosse da un agile fremito,
le tue guance come lunghi solchi incavati.

*

“In definitiva Bianca Maria Simeoni – osserva il critico Raimondo Venturiello – con Mots d’amour implicitamente addita due imperativi al poeta: che non debba rintanarsi a soliloquiare in versi sulle pagine di un personale diario minimo e che, invece, debba fare il proprio ‘mestiere’ di brandire la parola come grimaldello da affondare nelle cose del mondo e nei fatti della vita, per provare a darsene una ragione”.

Mots d’amour rappresenta, ad oggi, la punta più elevata della produzione creativa dell’autrice, le cui opere sono il distillato di un lungo percorso elaborativo. Sono passati sei anni dalla sua pubblicazione. I tempi sono maturi per un nuovo libro. E il “tam tam” dei poeti c’informa che Bianca Maria Simeoni sta ultimando una nuova raccolta poetica…

***

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Qualora i componimenti poetici fossero troppo lunghi per l’integrale pubblicazione, ZENIT si riserva di pubblicarne un estratto.

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Massimo Nardi

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