La vita è un dono di speranza

Ogni bimbo che nasce è un sorriso in più per il mondo

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Se dovessi identificare una caratteristica comune di tutti i giovani, sceglierei sicuramente la sensibilità. I giovani sono enormemente sensibili e generosi. Hanno un senso della giustizia molto sviluppato ed una profonda attrazione per ideali nobili ed affascinanti.

Questa caratteristica può rappresentare, a volte, un punto debole. Utilizzando il “Cavallo di Troia” della sensibilità, è veramente facile ingannare le nuove generazioni e condurle fuori strada. Ed è esattamente ciò che è sta accadendo, da alcuni anni, con il delicato tema dell’ambiente. 

Fin dai tempi dell’infanzia, i bambini vengono stimolati ad amare la natura. Ormai l’ecologia è un argomento che viene proposto prestissimo ai fanciulli. Se ne parla già alle scuole elementari, invitando gli allievi alla cura dell’ambiente.

Non c’è nulla di male in questo. Il rispetto e l’amore del creato sono elementi essenziali della formazione umana. Perciò, anche negli ambienti scolastici è importante formare le coscienze dei giovani ed educarli ad un sano interesse per questi temi.

Di fronte a certe stimolazioni, la risposta dei ragazzi è generalmente positiva. Non potrebbe essere altrimenti. E’ il frutto di quella sensibilità di cui parlavo prima, che spinge i giovani ad aprire il proprio cuore e ad impegnarsi con generosità in sfide etiche importanti.

Purtroppo, però, in questo percorso apparentemente positivo non mancano le insidie. C’è, infatti, chi ha tentato di strumentalizzare la sensibilità ambientalista dei giovani per cercare di trasmettere messaggi fuorvianti.

Si è molto diffusa, negli ultimi anni, una tendenza all’ecologia catastrofista, che vede nell’essere umano una specie di “cancro” della Terra. Secondo certi estremisti, la crescita della popolazione rischierebbe di provocare la progressiva distruzione del mondo. Secondo loro, sulla Terra saremmo già in troppi. Di conseguenza, per evitare la fine, sarebbe necessario ridurre fortemente le nascite ed incrementare l’uso della contraccezione, anche abortiva.

Si arriva al paradosso. C’è chi si preoccupa del destino dell’orso, della tigre e della foca monaca. Ma poi, difende il cosiddetto “diritto all’aborto” e si augura che le culle siano sempre più vuote.

Questo è uno dei tanti messaggi fuorvianti che vengono trasmessi ai giovani, con la scusa di favorire una maggiore coscienza ambientale.

Si parte dal rispetto per l’ambiente, giustissimo, e si arriva alla diffusione di una terribile non-cultura contro la vita.

Il modo di operare è semplice. Si inizia puntando l’obiettivo su alcuni problemi che sono sotto gli occhi di tutti: inquinamento, traffico, mancanza di spazio per il verde, senso di oppressione delle grandi metropoli. Sono problemi reali, che certamente non vanno sottovalutati.

Poi si diffondono opuscoli informativi e si invitano i ragazzi a visitare certi siti su internet. Questo può accadere a scuola, per la strada, o perfino in ambienti vicini alla parrocchia.

Alla fine, arriva la sterzata decisiva e si passa al lavaggio del cervello. Con la scusa dell’ecologia, si cerca di condurre i ragazzi verso ben altri terreni ideologici.

Il punto d’arrivo è una vera e propria sensazione di terrorismo. Si spingono i giovani a credere che la nascita di un bambino in più possa rappresentare un serio pericolo per l’umanità. Perciò, sarebbe necessario diffondere l’uso della contraccezione e limitare le nascite.

Questa forma di terrorismo ideologico è stata smascherata anche da Papa Giovanni Paolo II, che nell’Evangelium Vitae ha criticato con fermezza la non-cultura denatalista, denunciando la mancanza, a livello internazionale, di interventi globali in favore dei Paesi poveri e chiedendo una giusta distribuzione delle risorse.

E’ proprio questo il cuore del problema. Alle radici dell’ecologismo catastrofista c’è il tentativo egoista di dominare i più deboli, mantenendo i propri privilegi di ricchezza e di opulenza.

Invece di aiutare concretamente i Paesi più poveri, si preferisce offrire loro pillole e preservativi. Questo è semplicemente un modo per scaricarsi la coscienza e per ignorare il reale problema della fame e dell’emarginazione dei popoli.

Tanti giovani in buona fede, purtroppo, hanno abboccato all’amo dell’ambientalismo contro la vita. Si sono lasciati ingannare dall’illusione del controllo delle nascite come soluzione facile di tutti i problemi. Ed hanno cominciato a considerare l’aborto e la contraccezione come una specie di cura inevitabile per salvare il mondo.

Che cosa si può fare, concretamente, per evitare che i giovani si lascino catturare da certe derive fanatiche? La risposta è semplice. Bisogna diffondere una coscienza ecologica di ispirazione cristiana.

Basta poco per evitare il degrado del nostro pianeta: un po’ d’educazione in più. Ma senza estremismi! Aiutiamo i giovani a capire che l’uomo non è il cancro del pianeta, e che ogni bambino che nasce rappresenta un segno di speranza per il nostro domani.

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Carlo Climati

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