"La vita di Odoardo è stata un canto d'amore"

L’omelia di monsignor Francesco Cavina nella Messa di azione di grazie per il Beato Focherini

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Sarà possibile apprezzare sempre di più il dono della beatificazione di Odoardo Focherini “se ci porremo alla scuola di vita cristiana del beato Odoardo”. Sono le parole di monsignor Francesco Cavina che domenica 16 giugno presso la chiesa di Quartirolo di Carpi ha presieduto la messa di azione di grazie, momento conclusivo della tre giorni dedicata al Servo di Dio Focherini.

All’inizio della celebrazione il Vescovo ha ricordato don Claudio Pontiroli, la cui opera è stata “fondamentale per giungere alla beatificazione: anche lui dal cielo ha gioito”, ha detto monsignor Cavina.

Nell’omelia ha ringraziato ancora il Papa emerito Benedetto XVI per l’elevazione a Beato di Odoardo come pure Papa Francesco che ha inviato la bolla di beatificazione, e per le parole  pronunciate all’Angelus della domenica: “Insieme con la Chiesa che è in Carpi – aveva detto infatti il Papa – rendiamo grazie a Dio per questo testimone del Vangelo della Vita!”

Monsignor Cavina ha poi invitato l’assemblea a seguire l’esempio del Beato ponendosi “in ascolto amoroso del Signore che parla alla Sua chiesa attraverso la Sua parola”. La vita di Odoardo è stata “un canto d’amore” perché egli, come la donna peccatrice, “ha fatto esperienza della santità e della misericordia di Dio nel volto umano di Cristo. Il suo faticoso e paziente percorso di vita può infatti essere letto sotto la categoria dell’amore per Dio e per  i fratelli”. “La vita di Odoardo è testimonianza di come egli si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, Cristo: il solo che ha diritto al nostro incondizionato amore. Odoardo – ha sottolineato il Vescovo – ci aiuta a comprendere che il Signore ha affidato a ciascuno di noi un compito specifico”.

Odoardo fu chiamato dal Signore a “mettere la sua intelligenza, la sua penna di giornalista, la sua professione, le sue scelte familiari e sociali al servizio della fede per assicurarle uno spazio vitale in una società alla quale si voleva imporre un nuovo paganesimo.

La grazia di Dio in Odoardo lo ha portato a farsi discepolo della Verità, a mettere al di sopra di tutti i suoi interessi e i suoi impegni, anche quelli più sacri, l’amore per la Verità, la quale rende liberi. Si è posto al servizio della Verità non con l’arroganza, non con la presunzione, non con la sufficienza dell’orgoglioso, ma con l’umiltà, la semplicità e la carità che gli derivavano dal suo essere vero discepolo di Cristo”.

“Chiediamo al Signore – ha concluso monsignor Cavina – per l’intercessione del beato Odoardo, la grazia di essere cristiani, che senza scandalizzarsi della propria fragilità, si lasciano attrarre da Cristo per essere irradiazione della sua immagine nel mondo”. 

Al termine il Vescovo si è trattenuto per il concerto della Camerata Corale La Grangia di Torino e, chiudendo con una battuta, ha ricordato la festa per la promozione del Carpi in serie B.

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ZENIT Staff

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