Imam in prayer - Wikipedia Commons

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La violenza in nome di Dio è una bestemmia

Lettera del Patriarca Moraglia alla Comunità Islamica di Venezia: “Dio non divide ma avvicina e favorisce l’incontro tra gli uomini” 

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Il Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, ha risposto in queste ore, per iscritto, alla lettera con cui la Comunità Islamica di Venezia e Provincia, attraverso l’Imam Hamad Mahamed e il presidente Mohamed Amin Al Ahdab, aveva voluto esprimere nelle scorse settimane le condoglianze alla comunità cristiana per la barbara uccisione del sacerdote francese Jacques Hamel, avvenuta in una chiesa di Saint Etienne du Rouvray nei pressi di Rouen. Nella missiva la comunità musulmana prendeva le distanze dall’atto di sfregio al Crocifisso compiuto, in precedenza, nella chiesa veneziana dei Santi Geremia e Lucia.
Nella sua lettera, mons. Moraglia scrive: “Dio, ricco di amore e misericordia, deve condurci ad accoglierci ed incontrarci nel rispetto e nel riconoscimento cordiale delle nostre differenze (provenienza, cultura, storia, religione, fede ecc.). In questi tempi difficili è quanto mai urgente che ogni comunità civile e, soprattutto, religiosa, prenda chiaramente le distanze da ogni strumentalizzazione della fede e forma di violenza”.
“Dio, infatti – aggiunge il presule – non divide ma avvicina e favorisce sempre l’incontro tra gli uomini. Dio non ama e non giustifica la violenza e quella perpetrata in suo nome è una bestemmia; al contrario, Dio dona e ispira in ogni frangente la riconciliazione e la pace”.
Il Patriarca ringrazia quindi la Comunità Islamica lagunare per il gesto compiuto e termina, infine, la lettera di risposta rivolgendo ad essa “un saluto cordiale con l’augurio di tanta serenità e pace per tutti”.
 

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ZENIT Staff

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