La Vergine Maria, guida della nostra attesa nell'Avvento

L’Ordinario militare nella Messa per la festa della Vergine di Loreto

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, mercoledì, 15 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Nel periodo dell’Avvento, in cui ci prepariamo a celebrare la nascita di Cristo a Natale, Maria è una preziosa “guida della nostra attesa”.

L’Arcivescovo Vincenzo Pelvi, Ordinario militare per l’Italia, lo ha affermato venerdì scorso presiedendo nella Basilica di San Pietro in Vaticano la Messa in occasione della festa della Vergine di Loreto, da 90 anni patrona dell’Aeronautica militare.

Erano presenti oltre 5.000 militari dell’Aeronautica, accompagnati dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, e dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Giuseppe De Bernardis.

“Fra pochi giorni è Natale e il nostro pensiero va alla Santa Casa di Loreto, dove si medita e si riscopre la nascita di Cristo, la sua vita terrena, umile e nascosta, in certo qual modo palpabile esperienza personale, che commuove e trasforma”, ha affermato monsignor Pelvi nella sua omelia.

“Si avvicina il Natale e ci sentiamo impreparati. Ma la liturgia ci offre la Vergine Maria come guida della nostra attesa”.

“Solo le donne, solo le madri conoscono l’attesa: essa è inscritta fisicamente nel loro corpo – ha osservato –. E insegnano che si attende non per un’assenza da colmare, ma per una sovrabbondanza di vita, che già urge dentro. Si attende per generare”.

Scelta d’amore

La scelta che Dio ha fatto nei confronti di Maria, preferendola ad altre donne, “è pura grazia e gratuità”, ha constatato. “E’ amore. E l’amore non si spiega. Si prova soltanto, anche tramite quello che è inspiegabile. Se l’amore potesse essere spiegato, non sarebbe più amore”.

“Da sempre il Signore si dona ai piccoli, sta dalla parte degli umili, esaudisce la preghiera dei poveri. La piccolezza e l’umiltà lo attirano in modo irresistibile”.

“Dio sceglie l’insignificante Nazaret, e non una grande e ricca capitale; sceglie la piccola Maria, e non la figlia di un grande condottiero; sceglie il falegname Giuseppe, e non un importante uomo d’affari. È la logica che attraversa la Scrittura, dall’inizio alla fine. Le chiamate di Dio sovvertono le attese”.

Pronunciando il suo “sì”, Maria rinuncia a se stessa, decide di lasciar agire solamente Dio.

“Ogni rinuncia fatta con amore risulta feconda dal momento che lascia spazio alla volontà del Signore”, ha affermato l’Ordinario militare.

“Dio viene ma non s’impone, va cercato. Egli è prossimo quanto la vita e il respiro, quanto l’aria o il pensiero. Ma sarà accolto e generato solo da chi sa vivere in se stesso l’impegno di essere servo”.

Itinerario di speranza

L’esperienza di Maria, ha proseguito monsignor Pelvi, “disegna l’itinerario della speranza”.

“Con lei appare nel mondo una creatura che è solo bontà, una mano incapace di colpire, una parola incapace di ferire, un’innocenza minacciata eppure vittoriosa, un gesto che non racchiude alcuna ambiguità, uno sguardo che non perde mai l’innocenza del suo brillare; un cuore senza divisioni, una verginità senza rimpianti; una maternità non possessiva; una sposa che ama in dedizione e tenerezza totale”.

La Vergine di Loreto “costituisce una presenza dolce e rassicurante”. “Veglia costantemente e ripete a ciascuno: tu sei amato, Dio ti ha scelto prima della creazione del mondo, quando non eri che una perla di sangue. E ora è con te, riempie la tua vita; sarai amato per sempre”.

Buona novella

Il messaggio che la Vergine vuole darci oggi, ha segnalato monsignor Pelvi, è quello di non avere paura, perché “Gesù ha vinto il male; l’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio”.

“Quanto abbiamo bisogno di questa bella notizia”, ha esclamato l’Ordinario militare, constatando che ogni giorno attraverso i media “il male è raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non è pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula”.

Maria, con la sua presenza, “ci parla di Dio e induce a sperare anche nelle situazioni umanamente più difficili, risvegliando in noi il desiderio di essere accolti come persone, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto”.

“’Non temere’, dice l’angelo a Maria e a ciascuno di noi. Non temere di offrire gratis quel perdono tanto atteso; non temere di rispondere con l’amore all’indifferenza; non temere di ricominciare da capo: tu non sei i tuoi errori; non temere nel donarti con il tuo ‘sì’ a chi ti ama e ti attende; non temere perché il Signore è con te e nessuno potrà rapirti dalla sua mano”.

“La Madonna insegna ad aprirci all’azione di Dio, per guardare gli altri come Lei, cioè a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati, sfruttati”.

“Ci ricorda che davanti a Dio non dobbiamo essere i migliori, gli splendidi, i primi della classe; che almeno davanti a lui non contano né le carte di credito, né i titoli di studio o gli amici influenti – ha concluso l’Ordinario militare –. Davanti a Dio conta l’amore, l’umiltà, la disponibilità a lasciarsi plasmare e riplasmare dalla sua mano”.

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ZENIT Staff

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