La Thailandia dice basta all'utero in affitto

Il Parlamento ha approvato il divieto agli stranieri di ricorrere alla maternità surrogata sfruttando donne tailandesi

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Dopo oltre trent’anni, l’utero in affitto in Thailandia diventa illegale per le coppie straniere. Lo ha deciso il Parlamento di Bangkok, che ha approvato ieri una legge che era in discussione da diversi mesi. Il provvedimento vieta la surrogazione commerciale agli stranieri, ma non alle coppie locali o miste. In questo caso però la madre deve avere almeno 25 anni. La pena per chi viola la legge può arrivare fino a 10 anni di prigione.

Come dichiarato dal politico Wanlop Tankananurak, l’obiettivo della Thailandia è quello di “impedire che il Paese diventi l’utero in affitto del mondo e meta privilegiata del ‘turismo della fertilità’”. Il tema è tornato d’attualità nell’estate scorsa, quando una giovane donna locale, dopo aver “affittato” il proprio utero a una coppia di australiani, aveva partorito due gemelli, di cui uno Down. Il piccolo, di nome Gammy, era stato per questo abbandonato dalla coppia. Di qui il lancio di una campagna di solidarietà nei confronti della giovane tailandese (che aveva deciso di tenere il piccolo) per pagare le spese mediche intitolata Hope for Gammy.

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ZENIT Staff

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