"La storia è maestra di vita"

Durante l’udienza ai membri del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, papa Francesco ricorda che le loro ricerche storiche sono di grande aiuto per discernere cosa lo Spirito Santo chiede alla Chiesa

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“Historia magistra vitae”. Si è servito di questa celebre frase di Cicerone stamattina papa Francesco per sottolineare, durante l’udienza concessa ai membri del Pontificio Comitato di Scienze Storiche in occasione del sessantesimo anniversario dell’istituzione da parte di Pio XI, quanto sia importante lo studio di questa disciplina.

Parlando del confronto che gli studi e l’insegnamento del Pontificio Comitato hanno con le vicende della Chiesa, il Pontefice ha ricordato ai membri che le loro ricerche, “segnate insieme da autentica passione ecclesiale e da amore sincero per la verità, possono essere di grande aiuto a coloro che hanno il compito di discernere ciò che lo Spirito Santo vuole dire alla Chiesa di oggi”.

Il Santo Padre ha inoltre posto l’accento sul ruolo che un simile Comitato può avere nell’ambito del dialogo. Il Comitato di Scienze Storiche è inserito, ha ricordato, “ormai da lungo tempo nel dialogo e nella cooperazione con istituzioni culturali e centri accademici di numerose nazioni, accolto con rispetto nella compagine mondiale degli studi storici”. Nell’incontro e nella collaborazione con ricercatori di ogni cultura e religione, i suoi membri possono pertanto offrire “un contributo specifico al dialogo tra la Chiesa e il mondo contemporaneo”.

In occasione del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, il Comitato ha organizzato un convegno internazionale. “In esso – ha detto il Papa – passerete in rassegna le più recenti acquisizioni della ricerca, con speciale attenzione per le iniziative diplomatiche della Santa Sede durante quel tragico conflitto e al contributo dato dai cattolici e dagli altri cristiani al soccorso dei feriti, dei profughi, degli orfani e delle vedove, alla ricerca dei dispersi, come anche alla ricostruzione di un mondo lacerato da quella che Benedetto XV definì ‘inutile strage’”.

Papa Francesco ha quindi attribuito a Benedetto XV, per via di un piccolo lapsus, l’appello di Pio XII: “Con la pace niente è perduto, con la guerra tutto può esserlo” (Radiomessaggio di Pio XII rivolto ai governanti ed ai popoli nell’imminente pericolo della guerra, 24 agosto 1939). E ha infine detto, riagganciandosi alla sua considerazione iniziale: “Quando riascoltiamo quelle parole profetiche, veramente ci rendiamo conto che la storia è magistra vitae”.

(F.C.)

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ZENIT Staff

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