La Spezia: aumentano le vocazioni al sacerdozio

Nella diocesi spezzina, i seminaristi studenti di teologia sono aumentati negli ultimi anni da 6 a 15

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di padre Piero Gheddo

ROMA, martedì, 8 maggio 2012 (ZENIT.org).- In questo 2012 la “Nuova evangelizzazione” è al centro dell’attenzione della Chiesa italiana, anche per il Sinodo episcopale dell’ottobre prossimo su questo tema. Come tutti sanno, la diminuzione del clero è l’ostacolo più difficile da superare. Sono circa 30 anni che i sacerdoti italiani diminuiscono nelle diocesi italiane, e più ancora, negli istituti religiosi e missionari. Un dato ufficiale: nel 1978 (quando morì Paolo VI)  i sacerdoti diocesani italiani erano 41.627, nel 2006 33.409, cioè il 25% in meno e le necessità pastorali sono di molto aumentate, assieme all’età media del clero. Oggi i sacerdoti diocesani italiani sono valutati circa 32.000, oltre a  2.000 giovani preti non italiani impegnati a tempo pieno nelle nostre diocesi, provenienti in gran parte dalle Chiese “di missione” d’Asia, Africa e America Latina!

Domenica 22 aprile scorso sono stato nella diocesi di La Spezia per la “Festadella Famiglia” e mi hanno detto che negli ultimi anni, non so se anche i sacerdoti, ma certamente i seminaristi studenti di teologia sono aumentati da 6 a15, con sei studenti di filosofia che li seguono. Non sono grandi cifre ma La Spezia è una piccola diocesi: 220.000 abitanti, 187 parrocchie, 107 preti diocesani, 47 religiosi in diocesi e 125 suore. Ha dato al Pime il padre Luigi Carlini, dal 1972 missionario in Amazzonia.

Perchè questo aumento? Ho parlato con preti, suore, seminaristi e laici. Il motivo fondamentale è che il vescovo mons. Francesco Moraglia (da gennaio Patriarca di Venezia), nel 2008 ha varato varie iniziative, centrando l’attenzione della diocesi sulle vocazioni sacerdotali. Ad esempio, i pellegrinaggi ai santuari mariani in diocesi. “Si va in pullman, almeno tre pullman e poi ci sono parecchie auto –  mi dice il rettore del seminario don Franco Pagano. – Il primo sabato di ogni mese ci si ritrova in una località vicina ad un santuario mariano, poi si va a piedi recitando il Rosario e facendo la consacrazione a Maria per le vocazioni missionarie. Si va ai santuari della diocesi, ne abbiamo tanti, parecchie parrocchie hanno il loro piccolo santuario.

“Da La Spezia si parte alle 7,30, alle 8,15 si arriva nel luogo vicino al santuario. Si va a piedi e arrivati al santuario si celebra la Messa e si confessa, Vengono sempre tanti sacerdoti, ci siamo trovati anche in 12 a confessare. E’ un momento di grazia straordinaria, molti si confessano. Poi un momento di fraternità. La parrocchia ospite offre la colazione e si sta assieme fin verso le 10,30-11. Partecipano anche i seminaristi. Poi ciascuno torna a casa. Sono incontri e preghiere destinati alle vocazioni.

“L’ultima cosa che ha fatto in diocesi il vescovo mons. Moraglia è stata l’istituzione dell’adorazione perpetua per le vocazioni sacerdotali e religiose in diocesi. Nella cappella del Crocifisso della parrocchia di Santa Maria Assunta a La Spezia c’è l’Adorazione continua (24 ore) e c’è sempre gente. Si sono fatti i turni, ci sono i responsabili dei turni. Sono iniziative preparate lungamente, mobilitando la buona gente che viene in chiesa, poi altri fedeli vengono spontaneamente”.

“Le iniziative e la campagna di sensibilizzazione per le vocazioni – continua don Franco – sono iniziate nel 2008, il 4 ottobre del 2008 era il primo pellegrinaggio. Poi ci sono altre iniziative per i giovani”. Un laico mi dice: “Prima ci lamentavamo che mancavano i preti, oggi ci siamo resi conto che è superfluo lamentarsi, ciascuno deve fare la sua parte, con la preghiera ma anche in altri modi. Sono le famiglie cristiane che debbono produrre preti e suore, assistendo (non scoraggiando) quei ragazzi e ragazze che sentono una certa attrattiva alla vita consacrata. La fede viene trasmessa in famiglia e le famiglie sono responsabili di far maturare nei loro figli e nipoti la chiamata di Dio”.

Dico a don Franco Pagano che nel quadro delle diocesi italiane 15 seminaristi di teologia, per una diocesi con 220.000 abitanti, mi pare quasi un primato. “Non lo so, il Signore ci fa questa grazia e noi la prendiamo con riconoscenza. Mons. Moraglia aveva messo come primario il lavoro per le vocazioni, soprattutto convincendo i preti, le suore e i catechisti a parlarne, perché c’è anche chi è scoraggiato e quasi non parla più della chiamata di Dio alla vita consacrata. Oltre alla festa delle famiglie, ai pellegrinaggi, all’adorazione eucaristica e alle preghiere per le vocazioni, abbiamo fatto le normali attività vocazionali e giovanili, curando molto i chierichetti con speciali incontri. Però debbo dire che quest’anno è un po’ fuori della norma. Ci sono stati buoni ingressi in prima teologia e poi abbiamo tre teologi da fuori diocesi, da Milano, Torino e Bergamo. Li abbiamo presi per vari motivi. Uno è venuto perché un sacerdote che conosco me l’ha raccomandato e l’abbiamo preso; ciascuno ha la sua storia. Nell’educazione al sacerdozio noi abbiamo il principio della fedeltà assoluta al magistero del Papa e del vescovo.

“Questa piccola ripresa delle vocazioni è un segno di speranza. I giovani che vengono con noi si trovano bene e questo fa ben sperare. Negli ultimi 10 anni 15 preti nuovi, negli ultimi due anni 3 preti nuovi e poi, se Dio vuole, almeno uno all’anno in media. Però l’aumento dei preti, non è ancora abbastanza significativo per pareggiare il numero dei sacerdoti che muoiono. Comunque abbiamo sperimentato che se ai credenti si offrono occasioni di fare qualcosa e sono stimolati in modo concreto, reagiscono bene e si impegnano”.

Dico a don Franco che diversi mi hanno detto dei seminaristi che sono andati ad aiutare nei paesi dell’alluvione. Conferma e aggiunge: “Il 25 ottobre 2011 la tragica alluvione ha colpito molte parrocchie della diocesi, oltre a quelle che sono andate sui giornali e alla Tv, come Monterosso e Vernazza nelle Cinque terre.  I seminaristi, come tanti giovani, hanno fatto il volontariato. In alcuni paesi abbiamo anche organizzato questo volontariato, i volontari erano veramente molti e anche questo è stato un buon segno”.

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ZENIT Staff

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