"La scuola non deve sostituirsi alla famiglia!"

Mons. Enrico Solmi, presidente della Commissione CEI sulla famiglia, si oppone agli opuscoli gender nelle scuole e ribadisce: “Educare è compito soprattutto dei genitori”

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Contro il tentativo di introdurre nelle scuole corsi di educazione alla teoria gender si schiera anche la Conferenza episcopale italiana. Lo fa per bocca del presidente della Commissione Cei che si occupa di famiglia, nonché vescovo di Parma, mons. Enrico Solmi.

Nel corso di un’intervista a Repubblica, incalzato da una domanda sui discussi opuscoli dell’Unar infarciti di ideologia gender, mons. Solmi afferma che “un dato di fondo è che la persona non è un fascio assoluto di libertà al punto di decidere, prescindendo dal proprio corpo, se essere uomo o donna”.

La sua presa di posizione contro l’ideologia gender prosegue poi così: “Essere uomo o donna significa vivere in questo modo una relazione con se stessi, con gli altri. È una condizione intrinseca alla persona e si manifesta nella profonda unità di anima e corpo”. Attribuisce inoltre all’essere “soggetto alla storia e alle culture che hanno bisogno di venire purificate e che possono comprimere la libertà della persona” la realtà di essere al mondo in una dimensione sessuata.

Pertanto, aggiunge mons. Solmi, “tutti noi auspichiamo una purificazione di crescita perché ognuno nella pienezza della propria dignità esprima il suo essere uomo o il suo essere donna”.

Il vescovo di Parma ritiene poi che il compito dell’educazione affettiva nei confronti dei giovani spetta alla famiglia. “Sono i genitori a essere i primi educatori dei figli”, afferma. “La scuola, lo Stato, tantomeno un’associazione, non possono proporre percorsi da loro non condivisi e in qualche modo rischiare di sostituirsi a loro”. (F.C.)

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ZENIT Staff

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