La Santa Sede chiede la riforma della FAO

Intervento di monsignor Renato Volante all’Organizzazione

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ROMA, giovedì, 27 novembre 2008 (ZENIT.org).- Di fronte alla fame nel mondo e alla presenza di nuove emergenze come la recente crisi alimentare, la Santa Sede esorta la Food and Agriculture Organization (FAO) a riformarsi per garantire sempre più il “pane quotidiano” per ogni abitante della Terra.

Monsignor Renato Volante, capo della delegazione della Santa Sede, è intervenuto il 20 novembre a Roma alla 35ma Sessione Speciale della Conferenza della FAO, affermando di non voler “offrire delle soluzioni tecniche, ma piuttosto un orientamento ideale che possa concorrere a delle scelte concrete avendo a cuore le esigenze della persona umana, specie se queste ultime sono limitate da condizioni di vita che ne compromettono una dignitosa esistenza”.

Obiettivo della riunione, ha osservato, è stato quello di “considerare i risultati della valutazione sulla gestione della FAO e le proposte per rendere l’Organizzazione sempre più capace di affrontare la situazione del mondo rurale e le prospettive dell’alimentazione”.

“Si tratta non solo di indicazioni specifiche sui risultati dell’azione sin qui realizzata, ma anche di criteri per fronteggiare necessità sempre crescenti e nuove”, ha riconosciuto, ricordando l’“insicurezza alimentare che nell’ultimo periodo ha visto un significativo aumento di quanti soffrono la fame”, “e questo pur avendo presenti con largo anticipo i dati della produzione e della disponibilità nutrizionale nelle diverse aree”.

Il presule ha definito questa situazione “paradossale”, constatando che “da un lato sottolinea il ruolo fondamentale e insostituibile dell’Organizzazione e il suo vero mandato tra le Istituzioni intergovernative che operano nel settore dello sviluppo e della cooperazione”, “dall’altro coinvolge la responsabilità di Governi, strutture, operatori internazionali che sembrerebbero arrendersi di fronte alla fame ed alla malnutrizione”.

In “ogni area del pianeta”, ha osservato, desta preoccupazione una situazione caratterizzata “da un generale quadro economico sfavorevole, da realtà naturali, ma anche da interventi dell’uomo che appaiono finalizzati alla ricerca di interessi parziali o che mostrano addirittura segni di indifferenza per affrontare le cause della malnutrizione”.

Accanto a questa realtà, ne emergono di nuove come la recente crisi alimentare, che sottolineano “il ruolo centrale dell’agricoltura nel più vasto ambito dell’attività economica complessiva e il suo apporto per uno sviluppo realmente sostenibile”.

In questo contesto, è “essenziale” il ruolo della FAO, “un ruolo che si accompagna necessariamente all’esigenza di una struttura agile ed armonica, in costante sussidiarietà rispetto all’azione che i Governi svolgono a servizio degli affamati”.

“Riformare la FAO significa oggi condividere l’idea che la lotta contro la fame è una situazione determinata da molteplici fattori e dagli obiettivi che la animano ed intorno ai quali si elaborano strategie spesso purtroppo orientate a favorire singoli settori piuttosto che a fornire una visione unitaria: quella che pone al centro le esigenze della persona”, ha riconosciuto.

Per questo, secondo la Santa Sede la FAO deve “sottolineare la funzione portante dell’agricoltura nei processi di sviluppo, promuovendo anzitutto non la semplice managerialità, ma criteri di gestione oculati e interventi realmente funzionali ai bisogni”.

In questo, deve essere sempre accompagnata da uno spirito di vero coinvolgimento nei problemi, perché “l’efficacia del lavoro di una Organizzazione deriva soprattutto dalla convinzione e generosità delle persone che in tale Organizzazione prestano il loro lavoro”.

“La FAO deve essere una Organizzazione di persone a servizio di altre persone e dei loro diritti fondamentali”.

Secondo il presule, “emerge ormai con chiarezza che al mondo rurale oggi sono connessi due principali questioni che rappresentano il ‘nuovo’ che avanza”: “la protezione dei diversi ecosistemi agricoli, condizionati dalla variabilità e dai mutamenti climatici”, e “il ruolo crescente delle nuove tecniche di lavorazione agricola e il sostegno che le stesse ricevono”.

A questo proposito, monsignor Volante ha esortato all’azione, evitando di concentrarsi sulla “corsa verso obiettivi più immediati”.

“Non si tratta di contrapporre ai risultati resi disponibili dalla ricerca scientifica e tecnologica un atteggiamento di chiusura verso sistemi di produzione innovativi e forse quantitativamente migliori – ha osservato –, ma di proporre un ordinato equilibrio tra tali sistemi e l’adeguata prevenzione dei rischi per le persone e per gli ecosistemi”.

Al giorno d’oggi, quindi, la FAO è chiamata ad assumere “impegni che chiedono uno sforzo supplementare perché si possa procedere con la dovuta attenzione ad affrontare i problemi e le esigenze degli ultimi, nel nostro caso quanti soffrono per la fame e la malnutrizione e, più in generale, coloro che traggono dal lavoro agricolo nutrimento, occupazione e reddito”.

“La Santa Sede, da parte sua, vuole qui riaffermare la disponibilità della Chiesa cattolica, delle sue strutture e forme di organizzazione a contribuire in questo sforzo perché ogni persona possa ricevere ‘il pane quotidiano’, come del resto ricorda anche il motto della FAO: “Fiat panis”!”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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