La Santa Sede analizza la crisi globale e le sue soluzioni

Nelle conclusioni della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

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di Carmen Elena Villa

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 5 maggio 2010 (ZENIT.org).- La crisi economica globale e uno sguardo per riprogettare il cammino sono stati i temi principali della XVI Sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, terminata questo martedì a Roma.

All’incontro hanno partecipato per quattro giorni 50 personalità di vari Paesi appartenenti al mondo ecclesiale, accademico, degli affari, finanziario e della società civile.

Il presidente dell’organismo, Mary Ann Glendon, ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede, ha reso note le conclusioni dell’evento questo mercoledì mattina nel corso di una conferenza stampa.

La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali è stata fondata nel 1994 da Papa Giovanni Paolo II. Il documento che ha guidato questo organismo è l’Enciclica Centesimus annus del Papa polacco (1991), seguita dalla Deus Caritas est di Benedetto XVI (2006). In questa sessione, i membri hanno riflettuto sull’Enciclica Caritas in Veritate (2009).

Le discussioni sia dei membri dell’Accademia che degli esperti invitati all’incontro si sono concentrate su tre aspetti: i fallimenti finanziari, quelli dei meccanismi regolatori e i fallimenti morali della crisi attuale. E’ stata anche analizzata la crisi in Grecia.

“La fragilità del sistema economico è stata in parte conseguenza della dipendeza eccessiva dalla speculazione nelle attività finanziarie, separate da un’attività produttiva in una realtà economica”, ha detto Mary Ann Glendon.

Altri due membri dell’Accademia, la professoressa Margaret Archer e il professor Partha Dasgupta, si sono riferiti al pericolo della “finanziarizzazione” delle relazioni umane, le cui attività, incluse quelle familiari, vengono ridotte alla mera dimensione commerciale.

Uno degli invitati alla riunione, il professor Stefano Zamagni, ha avvertito del pericolo di concepire gli affari in questo modo, in cui la corporazione smette di essere un’associazione di persone e diventa pura merce. Ha anche illustrato come la “finanziarizzazione” approfitti dell’ordine sociale che non solo riduce la visione umana della persona, ma crea anche instabilità nell’economia.

Un altro aspetto analizzato è stata l’influenza che ha avuto sui Paesi poveri la crisi economica, visto che i Paesi ricchi hanno sviato l’attenzione che prestavano loro in precedenza, cercando in primo luogo di alleviare le proprie crisi.

“Per prestare una maggiore attenzione alla situazione della fame e della salute, l’Accademia ha anche sottolineato che soddisfare queste necessità fondamentali, soprattutto dei bambini che sono nel grambo materno, è un contributo decisivo per la produttività economica”, ha detto la Glendon.

“Un approccio su una riforma dello strumento finanziario non può distrarci dalle politiche fondamentali di sviluppo”, ha aggiunto.

Nella riunione sono stati discussi anche i principi stabiliti nella Caritas in Veritate sulla necessità di creare una regolamentazione internazionale più forte, così come misure concrete suggerite per garantire trasparenza negli strumenti finanziari ed evitare il rischio morale derivante dai riscatti.

Riferendosi all’attuale crisi economica in Grecia, gli esperti hanno infine concentrato le loro riflessioni sulle misure di alleviamento e sulla possibilità di nuove strutture che potrebbero essere necessarie, senza escludere l’ipotesi di un nuovo trattato per garantire meglio le basi della moneta unica.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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