La Russia interviene militarmente in Siria

A seguito dell’approvazione da parte del Parlamento russo, sono iniziati i raid aerei contro l’Isis. Grato il segretario del Parlamento siriano: “È l’inizio della fine della crisi”

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Dopo la Francia, che con il primo raid ha ucciso 30 appartenenti all’Isis, anche la Russia ha iniziato una campagna di bombardamenti aerei sulla Siria. La conferma è giunta direttamente da Mosca, a seguito del via libera che il Parlamento, su richiesta del presidente Vladimir Putin, ha dato ieri mattina. “L’unico modo giusto di lottare contro il terrorismo internazionale è agire in anticipo, combattere e distruggere miliziani e terroristi sui territori già occupati da loro e non aspettare che arrivano a casa nostra” ha commentato il presidente Putin.

La Russia ha inoltre fatto sapere che è stato il presidente siriano, Bashar al-Assad, a chiedere “l’aiuto militare” di Mosca, anche attraverso l’invio di aerei. Damasco ha confermato la circostanza. In un’intervista al sito russo Sputnik,  il segretario del Parlamento siriano Khaled al-Abboud ha detto: “La crisi siriana sta volgendo al termine. Apprezzo questa fase come ‘l’inizio della fine’ di tutto quello che sta accadendo nel nostro Paese. Sì, è una fase molto difficile, scorrerà del sangue, anche se non lo vogliamo. Ma questa è la fine! Questo è il risultato del supporto militare russo all’esercito siriano. Il coinvolgimento militare e politico della Russia porterà la nostra alleanza (Russia-Iran-Siria) ad avere successo contro il terrorismo”.

Al termine dell’intervista rilasciata a Sputnik, Khaled al-Abboud ha dichiarato che “la creazione del centro di coordinamento contro l’Isis in Iraq, non in Siria, a Damasco viene interpretata come la volontà della Russia di mostrare al mondo come sia necessaria la sicurezza di tutta la regione, non solo in Siria”.

Dal canto suo, la Russia ha tenuto a precisare di essere l’unico Paese straniero legittimato a intervenire militarmente in Siria. “L’utilizzo di Forze Armate sul territorio di un Paese terzo è possibile unicamente in forza di una risoluzione delle Nazioni Unite o su domanda del governo legittimo di tale Paese”, ha ricordato Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. “In questo caso, la Russia sarà di fatto il solo Stato ad agire su basi legittime”, ha sottolineato ancora Peskov.

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ZENIT Staff

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