La ricerca della verità: un messaggio per i nostri tempi

Il Beato John Henry Newman è stato ricordato in un incontro all’Università Europea di Roma

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di Carlo Climati

ROMA, martedì, 28 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Il Beato John Henry Newman, con l’esempio della sua vita, è portatore di un messaggio sempre attuale che appassiona i giovani del terzo millennio.

Per ricordarlo, lunedì 27 febbraio 2012 si è tenuto all’Università Europea di Roma un incontro in occasione della mostra Cor ad cor loquitur – La certezza di Newman: la coscienza e la realtà, presentata al XXXII Meeting per l’amicizia dei popoli.

L’università ospiterà la mostra fino al 2 marzo, con ingresso libero, dalle 8 alle 19. In qualsiasi momento sarà possibile usufruire di visite guidate gratuite, curate dagli studenti.

L’incontro si è aperto con un saluto di Irene Frondoni, in rappresentanza degli studenti che hanno proposto di portare la mostra nell’Università Europea di Roma, dopo averla vista al Meeting di Rimini.

La studentessa ha rivolto un ringraziamento al Rettore, Padre Paolo Scarafoni LC: “Ci ha dato fiducia e ci ha permesso di realizzare questa iniziativa. È un modo per far sentire ancora di più la nostra università una comunità viva. Una comunità di persone che camminano e che crescono insieme”.

Anche Guido Traversa, professore di Filosofia morale nell’Università Europea di Roma, ha sottolineato la profonda sinergia culturale che esiste tra gli studenti, i docenti e il Rettore, ricordando che molte iniziative di questo giovane ateneo nascono proprio dal suo interno.

“L’originalità della mostra – ha spiegato il curatore Samuele Busetto – sta nell’essere un tentativo di rilettura della vita di Newman, sulla scia del viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito nel settembre 2010. In quell’occasione e in altri discorsi successivi il Papa indicò
tre conversioni fondamentali nel cammino umano del grande Beato. In che cosa consistettero? Che cosa possono insegnare a noi che non siamo certo uomini dell’età vittoriana, ma gente che vive nel XXI secolo?

Al fine di non far cadere nel dimenticatoio le acute indicazioni del Papa, un folto gruppo di amici di Comunione e Liberazione del Regno Unito si propose al Meeting di Rimini per la realizzazione, appunto, di una mostra. Trovandomi io in Inghilterra per il mio lavoro di dottorato su Newman stesso ed essendo amico di molti di loro, sono stato anch’io coinvolto in questo interessante lavoro”.

“La mostra – ha ricordato Busetto – si propone come strumento per favorire non un interesse storicistico per il beato John Henry Newman o di bassa apologetica, ma un interesse sincero affinché guardando alla santa umanità di Newman la nostra fede sia sollecitata a diventare sempre più intelligenza della vera realtà e a crescere nella familiarità con il Mistero di Dio”.

Luca Tuninetti, Professore straordinario di Filosofia della conoscenza nella Pontificia Università Urbaniana, ha presentato la figura del beato Newman: “Gli aspetti che colpiscono e affascinano in lui sono molteplici. Se si dà anche solo un’occhiata ai suoi scritti, si vede che essi spaziano nei più diversi generi letterari: saggio teologico e filosofico, ricerca storica, oratoria sacra, polemica, satira, autobiografia, epistolario, romanzo, poesia. Per la bellezza del suo stile Newman è considerato come uno dei più grandi scrittori di lingua inglese del XIX secolo.

Nelle sue opere si trovano idee che si sono mostrate e continuano a mostrarsi feconde. È stato una personalità importante per la Chiesa di Inghilterra e per la Chiesa cattolica e tanto più lo è ora, dopo che Benedetto XVI lo ha proclamato beato durante il suo viaggio in Inghilterra nel settembre 2010. Se c’è un aspetto che è centrale nella vita e nel pensiero di Newman, questo è l’interesse per la conoscenza della verità su Dio e sul rapporto tra Dio e l’uomo o, più concretamente, tra Dio e sé. Newman non si accontenta di una religione fatta di emozioni o di convenzioni sociali. Le questioni religiose non possono essere escluse dall’ambito delle questioni a proposito delle quali ha senso parlare di verità  o falsità”.

“Questo interesse per la verità – ha spiegato Tuninetti – rende urgente per lui la questione di come sia possibile per l’uomo raggiungere la certezza. Newman deve affrontare la sfida razionalista che afferma che è possibile essere certi soltanto di ciò che è dimostrato e che per questo la certezza dei cristiani non può essere ragionevole. Il confronto con l’obiezione razionalista lo porta a ripensare profondamente i presupposti dell’epistemologia moderna dando un contributo che rimane fondamentale anche oggi.

Newman arriva a vedere che la certezza non è il risultato più o meno automatico dell’applicazione di una procedura corretta ma implica l’attività insostituibile di una persona. Il contributo fondamentale di Newman, a mio avviso, sta proprio qui, nel riconoscere che la persona ha la capacità e il dovere di giudicare e di conoscere così la verità”.

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ZENIT Staff

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