La regola d'oro

San Benedetto, patrono d’Europa, ci insegna che l’amore di Cristo è il supremo valore, al quale sempre e comunque va ricondotta l’esistenza del cristiano

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Oggi vorrei richiamarvi la figura straordinaria di san Benedetto abate, patrono dell’Europa. La sua Regola monastica rappresenta uno dei testi più letti nell’Occidente, un autentico best seller,e insieme una via sicura di ammaestramento spirituale.

Ve ne richiamo un passo solo. A mio parere, esso offre una lezione decisiva sulla scala dei valori, che sempre deve regolare la nostra vita. San Paolo disse: “Al di sopra di tutto vi sia la carità”. E san Giovanni: “Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”.

Benedetto, da parte sua, ricavò da queste espressioni bibliche il cuore della Regola: Nihil amori Christi praeponere, scrisse nel quarto capitolo, cioè: “Nulla anteporre all’amore di Cristo”. E poi, di nuovo, nel capitolo 72, ormai alla fine della Regola, raccomanda ai suoi monaci di non anteporre nulla, assolutamente nulla (omnino nihil), a Gesù Cristo.

Ecco, per ogni discepolo del Signore questa è la regola d’oro, questa è la scala giusta dei valori: l’amore di Cristo è il supremo valore, al quale sempre e comunque va ricondotta l’esistenza del cristiano.

Lascio a voi tutti – cristiani e non – l’impegno di declinare questo insegnamento nei termini di una conversione di vita, nei termini, cioè, di una vita migliore. Vi suggerisco solo qualche domanda: che cosa nella mia vita rischia di fare concorrenza con quell’unico, assoluto valore che – ne sono ben consapevole – deve guidare la mia esistenza? Qual è il punto fragile della mia esistenza, che domanda conversione? Detto in altri termini, che cosa nella mia vita fa traballare la giusta scala dei valori?

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Enrico dal Covolo

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