La Regione Lazio "spalanca le porte a lobby abortiste e gay"

L’on. Tarzia chiede la convocazione di un consiglio straordinario per far luce sui criteri con cui sono stati selezionati i membri della Commissione che hanno destinato 120mila euro a progetti Lgbt

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“L’attuale maggioranza continua a proporre e finanziare iniziative che, sotto le mentite spoglie di lotta all’omofobia, celano l’ideologia del gender con lo scopo di compiacere e rabbonire una certa area ormai culturalmente strutturata e politicamente influente”. Così Olimpia Tarzia, vicepresidente della commissione cultura della Regione Lazio.

Il suo riferimento è ai 120mila euro stanziati dalla Regione Lazio “per la realizzazione di progetti teoricamente finalizzati al contrasto all’omofobia, ma di fatto promotori della cultura Lgbt”. Si tratta – secondo la consigliera regionale – “dell’ennesimo insulto ai danni delle famiglie della nostra Regione”.

La Tarzia ricorda che “in un anno e mezzo di legislatura, l’attuale maggioranza di centrosinistra ha puntualmente disatteso qualsiasi iniziativa volta a sostenere i diritti costituzionali della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e la tutela sociale della maternità, attuando una autentica discriminazione di natura politica e ideologica a vantaggio della comunità Lgbt”.

Già nel febbraio scorso la Tarzia aveva presentato un’interrogazione sul bando ‘On demand’ riconducibile al pacchetto ‘Fuoriclasse’ a cui sono destinati i 120mila euro. L’interrogazione chiedeva “maggiore trasparenza sulle associazioni destinatarie” e sull’utilizzo di quei finanziamenti. Tuttavia – lamenta la vicepresidente di commissione – non ha mai ricevuto risposta da parte della Giunta.

“Chiederò la convocazione di un consiglio straordinario – aggiunge quindi – per far finalmente luce sui criteri con cui sono stati selezionati i membri della Commissione di valutazione interna e le associazioni vincitrici del bando ed ottenere risposte dalla Giunta, che non nasconde nemmeno più la precisa volontà di spalancare le porte alle lobby abortiste e gay”.

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ZENIT Staff

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