La prima sorgente del futuro è l'amore coniugale

L’intervento di monsignor Leuzzi al convegno sulla crisi della natalità, promosso dai dipartimenti di Ginecologia ed Ostetricia delle Università di Roma

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Riportiamo di seguito l’intervento di monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio della Pastorale Sanitaria del Vicariato di Roma, al convegno promosso dai dipartimenti di ginecologia e di ostetricia delle Università di Roma, sul tema Crisi della natalità e promozione della salute procreativa, tenutosi ieri presso l’Aula Carlo Urbani dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea.

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Il tema della XXXVI Giornata per la Vita apre orizzonti nuovi si riflessione e di impegno. La comunità cristiana e tutti gli uomini di buona volontà sono invitati a individuare la sorgente che può generare futuro. Dunque non solo impegno concreto e immediato di servizio alla Vita, ma ricerca di nuovi percorsi capaci di indicare, sostenere e promuovere la sorgente del futuro.

La prima sorgente del futuro è l’amore coniugale.

Sin dalle origini della creazione, la sorgente storica del futuro dell’uomo è la coppia, come luogo della piena intimità dell’essere umano e della dignità della nascita di un nuovo essere umano.

Dire coppia significa dire futuro. Negare la coppia significa negare futuro.

L’affermazione  che siano la natura o le idee a generare futuro è ormai sempre più priva di senso. Se pensiamo alla solitudine dell’uomo contemporaneo e alle dinamiche sociali, tante volte descritte da papa Francesco, non si può non convenire che forse la sorgente individuata era sbagliata o quanto meno insufficiente.

La stessa esperienza di servizio o di solidarietà non sono in grado di promuovere una rinnovata azione generatrice di futuro. Sono sì manifestazioni dell’apertura del cuore umano, ma non sono  in grado di rallentare i processi storici privi di futuro e rilanciare una nuova corrente di pensiero e di etica condivisa per generare futuro.

Il futuro non è più “automatico”, perché la storia non è più conservazione, ma costruzione e la sorgente del futuro non è più la norma morale o le tradizioni religiose, ma l’essere umano in quanto capace di uscire dalla propria solitudine.

È solo questa “uscita” la sorgente del futuro: se l’uomo esce da se stesso nella dualità maschio-femmina genera futuro, perché supera i rapporti di produzione. Nella coppia l’uomo e la donna sono un dono e non un prodotto, sia nella loro vita coniugale che nell’essere all’origine della vita umana.

Non ci sarà futuro se non sarà spezzata la dinamica della “produzione”. L’uomo non produce, ma lavora, e il vero lavoro umano non produttivo e generativo è l’amore coniugale della coppia.

L’amore coniugale aiuta l’uomo ad entrare nella genealogia; mentre l’attività produttiva che prevale nella società contemporanea genera cronologia, ossia un tempo senza senso e senza futuro.

Generare futuro significa ricomporre il rapporto tra sessualità e procreazione, scoprendo la profezia storica della Lettera Enciclica di Paolo VI, Humanae vitae, troppo facilmente dimenticata riducendola a semplice documento etico-morale.

In realtà non si può capire la Populorum progressio senza l’Humanae  vitae. Così come non si può entrare nel realismo storico di Papa Francesco a prescindere da quell’evento fondante, e quindi sorgivo, dell’amore coniugale. L’amore non è mai a-storico, ma reale e concreto. Il Dio dei nostri Padri ce ne ha dato un esempio, fino al dono del Figlio. Se l’essere umano fosse solo produzione, non ci sarebbe stata la nuova creazione.

Dio invece fin dall’inizio non ha prodotto, ma ha lavorato. E poi si è riposato. Ha contemplato il frutto del suo lavoro. Ed era cosa buona!

Solo scoprendo il lavoro dell’amore coniugale la società potrà generare futuro, perché ogni essere umano non è un prodotto, ma un dono che apre alla novità della storia.

La coppia deve imparare a lavorare e non a produrre. Solo così potrà riposarsi e godere il frutto del proprio lavoro.

È questa la vera dinamica del futuro: il lavoro come dono di sé per arricchire gli altri. È questa la vera vocazione della coppia, di cui ha bisogno la società.  Solo così l’essere umano può riposare e ripartire per nuove tappe della storia, arricchendo della sua biografia la genealogia degli uomini.

Gli eventi della Giornata per la vita promossi dai dipartimenti e ginecologia e ostetricia e di neonatologia delle Università di Roma sono a servizio dello sviluppo della sorgente del futuro: il lavoro della coppia e il suo riposo.

I ginecologi ed ostetrici sono chiamati a favorire il lavoro della coppia, qual è l’amore coniugale, unico lavoro capace di generare e di non produrre, ai neonatologi è affidato il grande compito di aiutare la coppia a riposare e a godere del frutto del loro lavoro.

I ritmi dell’uomo diventano in tal modo come quelli di Dio: nasce così il vero futuro della storia umana.

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ZENIT Staff

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