La prima pietra della ricostruzione della nostra umanità

Omelia del Card. Caffarra per la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

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BOLOGNA, mercoledì, 8 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Card. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna, ha pronunciato questo mercoledì durante la Messa nella Basilica di San Petronio.

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Celebriamo oggi una delle più grandi opere della misericordia divina. Come abbiamo appena detto nella preghiera introduttiva, Dio – in previsione della morte del suo Figlio unigenito – ha preservato Maria, quando è stata concepita, dal peccato originale: è stata concepita immacolata. Non sarà inutile richiamare alcune verità essenziali della nostra fede, perché la lode della grazia redentiva di Cristo sia più consapevole.

Come abbiamo ascoltato dalla prima lettura, l’uomo “ha mangiato dell’albero di cui Dio aveva comandato di non mangiare”. Il senso di questa parola è il seguente. Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ponendolo in un rapporto di amicizia. Ma questa amicizia non può essere vissuta che come libera sottomissione a Dio. La metafora dell’albero significa il limite invalicabile che l’uomo deve liberamente riconoscere e fiduciosamente rispettare. Cosa che l’uomo, all’origine della storia umana, non ha fatto: “la donna che tu mi hai posto accanto, mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”.

L’uomo all’origine ha peccato; ha abusato della sua libertà; ha preferito vivere senza e contro Dio. Abbiamo ascoltato, sempre dalla prima lettura, quali sono le conseguenze: l’uomo ha paura di Dio perché di Lui si è fatto una falsa immagine; la padronanza delle facoltà spirituali sul corpo è infranta. Ma la celebrazione odierna non attira la nostra attenzione su questo, ma su un’altra conseguenza.

Il peccato di cui parla la prima lettura, non ha riguardato solo chi lo ha commesso, il primo uomo e la prima donna. La nostra fede ci insegna che quella amicizia con Dio in cui il primo uomo era stato creato, non era solo una sua condizione personale. Egli peccando, compie certamente una scelta personale. Ma questa scelta personale intacca la natura umana, che da quel momento in poi verrà trasmessa a noi tutti in una condizione di caduta, di ingiustizia e di inimicizia a Dio. Ecco cari amici, questo è per così dire lo sfondo tenebroso che ci consente di contemplare ed un poco comprendere il luminoso mistero che stiamo celebrando.

Avete sentito quanto ci ha detto l’Apostolo nella seconda lettura. “Ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità”. E’ questo il progetto di Dio sull’umanità, circa ogni uomo ed ogni donna: una condizione di Santità, di giustizia, di purezza immacolata. Ma questo progetto è stato contestato e rovinato dal peccato del primo uomo, che colla sua scelta ha aperto la porta all’invasione del peccato dentro la condizione umana.

2. Nel salmo responsoriale il salmista ha detto a nome nostro: “il Signore ha manifestato la sua salvezza…si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà”. Egli non si è arreso e rassegnato al male. L’uomo può tentare di negare la sua condizione di creatura; Dio non può negare la sua condizione di Padre “ricco di misericordia”. E pertanto riprende la sua fatica di ricostruire la sua creazione per riportarla alla verità, alla bellezza, alla santità della sua prima origine. Il grande ricostruttore della nostra umanità è stato Cristo, Dio fattosi uomo a questo scopo.

Cari fratelli e sorelle, noi oggi guardiamo alla prima pietra della ricostruzione della nostra umanità: l’immacolato concepimento di Maria. Ella entrando in questo mondo, non è stata contagiata in alcuna maniera dal peccato che in esso dominava. Non è stata concepita in quella condizione naturale di ingiustizia: “è stata preservata intatta da ogni macchia di peccato originale” che ognuno di noi contrae semplicemente perché partecipe di una natura umana decaduta.

Nel concepimento di Maria dunque avviene la vera svolta nella nostra vicenda umana: la persona umana è ricreata nella sua luminosa verità e bontà. Noi oggi celebriamo questo evento. E’ quindi la più grande celebrazione della potenza redentiva di Cristo. Il singolare privilegio di essere stata concepita immacolata le viene interamente da Cristo. E’ in Cristo, a causa di Cristo che il Padre l’ha benedetta con ogni benedizione spirituale; è in Lui e a causa di Lui che Maria è stata scelta per essere santa ed immacolata.

La redenzione di Cristo è stata in Maria di una tale potenza che non l’ha guarita dal peccato, ma ha semplicemente impedito che Maria lo contraesse: non ha guarito, ha prevenuto. Cari fratelli e sorelle, non a caso è all’inizio dell’Anno liturgico che la Chiesa celebra l’immacolato concepimento di Maria. “Al principio dell’anno già risplende la meta: la Chiesa ci propone in Maria l’ideale che sosterrà nel cammino il nostro desiderio e la nostra speranza” [D. Barsotti, Il mistero cristiano nell’Anno liturgico, San Paolo, Milano 2004, 71]: essere liberati dal peso di ogni male, dalla schiavitù del nostro egoismo e delle nostra tristezze.

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ZENIT Staff

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