La preghiera vera

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

A proposito della necessità di pregare incessantemente, Gesù racconta una parabola i cui protagonisti sono una povera vedova e un giudice iniquo. La donna decide, coraggiosamente, di presentare da sé l’istanza al giudice, il quale a sua volta rimanda continuamente quella causa per rendere giustizia alla vedova, fino a quando cede, pur di non essere ancora tediato. Nella parabola si rispecchia la condizione di prova e di persecuzione dei discepoli, che aspettano l’intervento di Dio, mentre questi sembra che si faccia attendere. La certezza che Dio interverrà può alimentarsi solo di una fede che si fa preghiera perseverante. 

Meditazione

Non è raro durante la vita imbattersi nell’esperienza struggente e misteriosa del silenzio di Dio. Proprio quando si avverte con più forza il bisogno della sua presenza, perché il peso dell’esistenza appare per certi versi insostenibile, Dio sembra essersi assentato dall’orizzonte della vita. E l’invocazione di un suo gesto e di una sua parola appare addirittura un esercizio sterile, adatto solo a persone che hanno tempo da perdere. Gesù ci invita, invece, ad una preghiera costante, che non cede allo scoraggiamento. Quale potrà essere questa preghiera? Quella che esprime l’“impeccabilità” nella fedeltà ai nostri doveri di buoni cristiani? Quella che può essere esibita a Dio stesso come attestato per invocare da Lui l’esercizio dei suoi doveri verso di noi? Nel testo evangelico, la preghiera che Gesù chiede ha da fare i conti con l’esperienza umana dell’attesa, che dice proiezione verso un futuro che Dio vuole donare, ma anche resa rispetto al desiderio di voler tenere sotto controllo l’esistenza e finanche il rapporto col Signore. L’ostinazione della vedova, più che indicare un uso smodato nella preghiera della ragione, dell’immaginazione, dei sentimenti, dice la tenacia di saper restare in un profondo silenzio interiore e là aspettare che qualcosa raggiunga la nostra vita dall’interno. Del resto, proprio quando dichiariamo la nostra resa e siamo capaci di abbandonare l’esistenza nelle mani di Dio, lì ci viene fatta giustizia e la preghiera diventa esperienza di salvezza. Paolo lo aveva colto bene: «Mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,9-10). La forza della grazia, contro ogni forma di rassegnazione, dispone l’esistenza all’incontro liberatore col Figlio dell’uomo. 

Preghiera

Vergine Santa, mettiti accanto a noi e insegnaci l’attesa nell’insistente preghiera. Aiutaci ad ascoltare la parola di fiducia del tuo Figlio. Facci sentire la tua e la sua rassicurante presenza. 

Agire

Nella giornata delle missioni, mediterò il rosario con amore, unendomi a tutti i popoli della terra che attendono giustizia.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it 

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ZENIT Staff

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