La popolazione ungherese a favore di vita e famiglia

Successo della campagna a sostegno dell’adozione

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 13 luglio 2011 (ZENIT.org).- La popolazione e le istituzioni ungheresi sono molto preoccupate dall’altissimo numero di interruzioni volontarie di gravidanza praticate nel Paese e per questo hanno sostenuto la campagna a favore dell’adozione.

L’Ungheria ha una delle percentuali di interruzioni volontarie di gravidanza tra le più alte d’Europa, e per questo la campagna decisa dal governo di affiggere manifesti con l’immagine di un bambino non ancora nato accompagnata dalla scritta: “Lo capisco che non sei pronta per me, ma ti prego: dammi in adozione. Fammi vivere”, ha trovato il gradimento della popolazione.

Manifesto che però non è piaciuto alla Vicepresidente della Commissione Europea, Viviane Reding, la quale ha dichiarato che “gli Stati membri non possono usare fondi UE per campagne contro l’aborto”.

Il manifesto in questione, cofinanziato da “Progetto Progress”, che fa parte della “Agenda sociale”, non è piaciuto alla Commissione Europea, perchè – ha spiegato la  Reding – “non è in linea con il Programma Progress e con la proposta di progetto presentata ai servizi della Commissione dalle autorità ungheresi”.

La Vicepresidente della Commissione ha minacciato l’Ungheria  affermando che se “non vuole incorrere in sanzioni finanziarie” deve fermare e rimuovere tutti i manifesti esistenti.

Le dichiarazioni della Reding hanno destato molto scalpore nella popolazione e nelle istituzioni ungheresi.

Intervistata da ZENITImre Teglasy, fondatore e presidente di ALFA  (Associazione per il Sostegno del Bambino ancora non nato, del Neonato, del Bambino e della Famiglia),ha spiegato che “solo il 17% degli 88 milioni di fiorini ungheresi, cioè 56,529 Euro, sono stati forniti dall’Unione europea. E la Reding ha minacciato di far pagare all’Ungheria una multa per 100 milioni di fiorini”.

Il presidente dell’associazione pro-life ungherese ha precisato che “la percentuale degli aborti in Ungheria è  circa il doppio della media dell’Europa occidentale. E cioè, 447 aborti ogni mille nascite. Per avere un termine di paragone sono 172 aborti ogni mille nascite in Finlandia e 208 ogni mille nascite in Repubblica Ceca”.

Per questo motivo “l’idea di favorire l’adozione invece dell’aborto, è stata presa molto sul serio dalla popolazione. I giornali sono pieni di lettere di persone che applaudono all’iniziativa del governo”. 

Secondo Teglasy, “le critiche della Unione europea hanno offeso il popolo ungherese”.

Molte persone hanno commentato che le minacce che vengono da Bruxelles assomigliano alle imposizioni dei sovietici che volevano limitare la libertà del popolo ungherese.

Da più parti è stato ricordato il testamento del Cardinale Jozsef Mindszenty, che nel 1962 durante l’occupazione sovietica, invocava la popolazione a non lasciare che gli interessi sovietici arrivassero fino al grembo materno.

“Attualmente – ha spiegato ancora Teglasy – non ci sono più manifesti nelle strade e nelle metropolitane, e nei giornali arrivano centinaia di lettere di genitori adottivi che salutano con favore la campagna per l’adozione come alternativa all’aborto, nel pieno rispetto della libertà delle donne”.

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ZENIT Staff

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