Blessed Mother Teresa of Calcutta (1910 – 1997)

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La poesia dei santi: Madre Teresa

Nei versi della Beata di Calcutta un’esortazione ad amare la vita nonostante tutto

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Madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II sono stati due colossi della cristianità del XX secolo. La loro fama di santità è tuttora radicata nell’immaginario collettivo in ogni parte del mondo. Nel 2002 Papa Wojtyla firmò il decreto che riconosceva le virtù eroiche di Madre Teresa e il 19 ottobre dell’anno successivo celebrò in San Pietro la cerimonia di beatificazione della “apostola degli ultimi”, dinanzi ad una folla emozionata di trecentomila fedeli.

Da tutto il mondo continuano ad arrivare testimonianze di presunti eventi miracolosi attribuiti all’intercessione del Papa Santo e della Beata religiosa di Calcutta. Recentemente è stata diffusa la notizia di un evento scientificamente inspiegabile che potrebbe rivelarsi decisivo per la conclusione del processo di canonizzazione di Madre Teresa: la guarigione di un malato di cancro che, dopo un’intensa preghiera rivolta alla Beata, ha visto improvvisamente sparire ogni sintomo della malattia.

Ma i punti di contatto fra il grande Pontefice e la suora di Calcutta non finiscono qui. Ce n’è uno, forse meno eclatante, ma che vale anch’esso a riaffermare il senso di una comune missione e di una vita interamente consacrata alla fede: il percorso di santità testimoniato attraverso la parola poetica.

San Giovanni Paolo II, com’è noto, ebbe fin da giovane una spontanea vocazione per l’arte. Prima il teatro e poi la poesia. Nel 2005 i suoi testi sono stati raccolti in un mirabile volume intitolato Karol Wojtyla, tutte le opere letterarie (Libreria Editrice Vaticana – Bompiani). Senza contare la Lettera del Papa agli Artisti (1999) che costituisce, a parere di chi scrive, la più alta traduzione in forma di pensiero delle energie spirituali che sono all’origine dell’esperienza artistica: “Nella creazione artistica l’uomo si rivela più che mai immagine di Dio, e realizza questo compito prima di tutto plasmando la stupenda materia della propria umanità e poi anche esercitando un dominio creativo sull’universo che lo circonda”.

Anche Madre Teresa si esercitò nella stesura dei versi. Ne compose anzi di bellissimi, al punto che risulta difficile, al senso comune, arrivare a comprendere come si possa conservare in sé un tale anelito di bellezza, pur vivendo in mezzo alle più aspre miserie del mondo. “Un giorno – racconta Madre Teresa – mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta, vidi una donna che giaceva sul marciapiede. Era debole e magrissima, si vedeva che era molto malata e l’odore del suo corpo era così forte che stavo per vomitare, anche se le stavo solo passando accanto. Tutto quello che volevo, in quel momento, era di andarmene via il più presto possibile e dimenticare ciò che avevo visto…”.

Naturalmente Madre Teresa non se ne andò: corse in aiuto della donna e da quella esperienza iniziò la sua missione a favore dei più poveri e la sua testimonianza dell’amore di Dio. Missione e testimonianza che la portarono ad amare la vita, nonostante tutto. Ecco dunque un suo bellissimo componimento, intitolato Ama la vita, che, al di là dell’indubbio valore letterario, può leggersi come un manuale di saggezza per non perdere le “piccolissime gioie” che la vita ci può dare:

Ama la vita così com’è
Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un po’.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!

*

Recita un proverbio indiano: “Tutto ciò che non viene donato va perduto”. Ed è appunto nell’egoismo che corrode il pensiero occidentale, nella “cultura dello scarto” contro cui si batte Papa Francesco, che Madre Teresa vedeva la peggiore malattia. Per lei, i poveri non erano solo gli affamati del Terzo Mondo, ma anche le persone incapaci di sorridere perché prive del calore di una mano fraterna. Una solitudine largamente diffusa nel ricco Occidente. “Nelle vostre case – disse Madre Teresa – ho trovato una povertà più grande che da noi, in India: la povertà dell’anima, la mancanza d’amore…”.

La peggiore malattia oggi
è il non sentirsi desiderati
né amati, il sentirsi abbandonati.
Vi sono molte persone al mondo
che muoiono di fame,
ma un numero ancora maggiore
muore per mancanza d’amore.
Ognuno ha bisogno di amore.
Ognuno deve sapere
di essere desiderato, di essere amato,
e di essere importante per Dio.
Vi è fame d’amore,
e vi è fame di Dio.

*

Per concludere questo breve ricordo della Beata di Calcutta, alla quale nel 1979 fu conferito il Premio Nobel per la Pace, ecco un altro componimento al quale sarebbe facile attribuire un intento autobiografico, ma che, ad una più meditata lettura, rivela il suo profondo valore di esortazione universale per interpretare la vita come un dovere da compiere ed una sfida da superare:

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!

***

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Massimo Nardi

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