La più grande tragedia nel Mediterraneo: si temono 900 vittime

Mentre il mondo esprime costernazione per il naufragio di ieri a largo della Libia, giunge notizia di un altro barcone capovolto a Rodi con a bordo 200 migranti

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Dal dopoguerra in poi, il naufragio di ieri al largo delle coste libiche è sicuramente la più grave tragedia avvenuta nel Mediterraneo. Si parla di 900 migranti annegati in mare tra i 950 presenti sul barcone. I superstiti solo una trentina. Tra questi un giovane del Bangladesh che, sbarcato a Palermo, ha raccontato il disperato viaggio, partito da un porto a 50 km da Tripoli, e terminato nella tragedia.

Il barcone si è capovolto a causa delle forti onde del mare, ponendo fine alla vita del 90% dei suoi passeggeri, tra questi molti bambini e molte donne, chiusi nella stiva.  

Mentre la comunità internazionale esprime la propria costernazione per questa ennesima tragedia che – a parere di molti – si poteva evitare, giunge oggi la notizia che un altro barcone con 200 migranti è naufragato davanti alla costa orientale dell’isola greca di Rodi, nella zona sudorientale del Mar Egeo.

Lo riferiscono le autorità locali, spiegando che 80 persone sono state tratte in salvo, ma che si temono molte vittime. La polizia ellenica ha intanto recuperato tre corpi, tra cui quello di un bambino. Molti dei superstiti si sono buttati in acqua riuscendo a mettersi in salvo con l’aiuto degli abitanti del posto che si trovavano sulla spiaggia.  

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ZENIT Staff

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