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La persecuzione del giusto

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 7,1-2.10.25-30

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Lettura
La festa delle Capanne, a settembre, ricordava il tempo in cui Israele aveva vagato per il deserto vivendo sotto le tende, ma era anche una forma di ringraziamento per il raccolto. Davanti alle loro abitazioni, gli Ebrei costruivano delle capanne, presso le quali recitavano preghiere e facevano festa. L’affluenza di molta gente a Gerusalemme in occasione di tale festa amplificava le controversie dei capi e del popolo sulla persona di Gesù. Nel Vangelo vengono riportate le dispute sulla messianicità di Gesù e il problema della sua origine, della sua provenienza, caratteristico del Vangelo di Giovanni.
Meditazione
Secondo una concezione popolare, il Messia doveva avere un’origine misteriosa. Alla gente che pretendeva di sapere di dove egli fosse, Gesù oppone la sua origine divina, comprovata dalla dottrina che insegna, che non è sua ma di Colui che lo ha mandato. Egli viene dal Padre, che lo ha mandato e che loro non conoscono. I Giudei sanno che egli è vissuto a Nazaret, ma sanno anche che il Messia non viene da Nazaret. Quando costui verrà, infatti, nessuno saprà da dove provenga e chi egli sia. Queste affermazioni danno a Gesù l’occasione di rivelarsi in maniera più chiara. Insegnando nel tempio, affronta direttamente i Giudei e dichiara apertamente la propria messianicità e la sua origine divina. Egli dice: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono»; che significa: voi sapete che sono di Nazaret, eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. «Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Alla luce di tutto il Vangelo, comprendiamo che Gesù sta dicendo la verità, ma che i Giudei giudicano secondo pochi dati materiali, insufficienti e, sostanzialmente, non del tutto corretti. Essi sono immersi nelle tenebre; sono ciechi. Gesù porta loro la luce e la verità, ma sono incapaci di aprirsi a esse. Anzi, questa rivelazione di Gesù provoca una reazione ancora più forte da parte dei suoi avversari, che cercano di catturalo e ucciderlo. Gesù fa una scelta di cui si assume le conseguenze. Sappiamo che questa proclamazione accenderà l’ostilità dei suoi oppositori, e sarà il motivo della sua condanna a morte. Davanti a questa rivelazione di Gesù, gli uomini di tutti i tempi sono chiamati a fare una scelta: riconoscere in lui l’inviato del Padre, il salvatore, la sorgente della salvezza.
Preghiera
O Dio onnipotente ed eterno, in cui non è oscurità né tenebre, fa’ risplendere su di noi la luce della verità e dell’amore che brilla sul volto del tuo Cristo, perché attingiamo da lui la forza di essere, sempre e ovunque, suoi testimoni.
Agire
Solo il confronto con il coraggio di Cristo di fronte al pericolo può aiutarci a non tirarci indietro nel proposito cristiano, anche quando sentiamo l’ostilità crescere intorno a noi.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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