"La pace è sempre possibile e la sua radice è la nostra preghiera"

Nel primo Angelus del 2015, Papa Francesco invita a fissare lo sguardo sulla Madre di Gesù, a ricordare il nostro Battesimo e promuovere sempre la pace

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Affidarsi a Maria e ricordare il proprio Battesimo. Queste le indicazioni di Papa Francesco per il nuovo anno appena iniziato espresse nell’Angelus di stamane, al termine della Celebrazione Eucaristica nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella ricorrenza della 48° Giornata Mondiale della Pace.

Dalla finestra del Palazzo Apostolico vaticano, prima di introdurre la preghiera mariana, il Papa si rivolge ai numerosi fedeli e pellegrini presenti in piazza San Pietro e ricorda che “in questo primo giorno dell’anno, nel clima gioioso del Natale, la Chiesa ci invita a fissare il nostro sguardo di fede e di amore sulla Madre di Gesù”.

“In Lei, umile donna di Nazaret, il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Per questo, spiega il Pontefice, “è impossibile separare la contemplazione di Gesù dalla contemplazione di Maria, che gli ha donato il suo amore e la sua carne umana”.

San Paolo afferma infatti: «Dio mandò il suo Figlio, nato da donna»: una espressione che “dice in maniera essenziale e per questo ancora più forte la vera umanità del Figlio di Dio”, sottolinea il Papa. L’Apostolo poi aggiunge «nato sotto la legge», per indicare “che Cristo ha assunto la condizione umana liberandola dalla chiusa mentalità legalistica”. “La legge infatti – precisa Papa Francesco – se privata della grazia, diventa un giogo insopportabile, e invece di farci bene ci fa male. Gesù diceva: ‘Il sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato”.

Il fine per cui Dio ha mandato il suo unico Figlio sulla terra a farsi uomo è quindi “di liberazione, anzi di rigenerazione”: di liberazione per “riscattare”, mediante la Croce, coloro che erano sotto la legge; e di rigenerazione “perché ricevessimo l’adozione a figli”. “Incorporati in Lui, gli uomini diventano realmente figli di Dio”, afferma Bergoglio.

Un passaggio “stupendo” che avviene in noi tramite il Battesimo, “che ci innesta come membra vive in Cristo e ci inserisce nella sua Chiesa”. All’inizio di un nuovo anno ci fa bene quindi ricordare il nostro Battesimo, in modo da riscoprire “il regalo” ricevuto con questo prezioso Sacramento che ci ha rigenerato alla “vita divina”.

“Grazie al Battesimo – rimarca infatti il Papa – siamo stati introdotti nella comunione con Dio e non siamo più in balia del male e del peccato, ma riceviamo l’amore, la tenerezza, la misericordia del Padre celeste”. E la “prossimità di Dio alla nostra esistenza ci dona la vera pace”.

Questo è dunque “il dono divino” che il Papa implora oggi per la Giornata Mondiale della Pace sul tema “Non più schiavi, ma fratelli”. “Un messaggio che ci coinvolge tutti”, sottolinea, perché “tutti siamo chiamati a combattere ogni forma di schiavitù e a costruire fraternità. Tutti, ciascuno secondo la propria responsabilità”.

“La pace è sempre possibile”, aggiunge poi riferendosi ad uno dei cartelli che spiccano dalla folla nella piazza. “Sempre è possibile la pace! Dobbiamo cercarla…”, dice a braccio. E guardando ad un altro cartello che reca la scritta ‘Preghiera alla radice della pace’, rimarca: “La preghiera è proprio la radice della pace. La pace è sempre possibile e la nostra preghiera è alla radice della pace. La preghiera fa germogliare la pace”

Quindi ancora una preghiera a Maria, Madre di Dio e Madre nostra, a cui “presentiamo i nostri propositi di bene” e “chiediamo di stendere su di noi e su tutti i giorni del nuovo anno il manto della tua materna protezione”: “Santa Madre di Dio – è l’orazione del Pontefice – non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”

Dopo l’Angelus, Papa Francesco si rivolge a tutti i fedeli augurando “un felice e sereno anno nuovo”. In particolare, saluta i pellegrini dei Paesi Scandinavi e della Slovacchia, i fedeli di Asola, Castiglione delle Stiviere, Saccolongo, Sotto il Monte, Bonate Sotto e Benevento, i giovani di Andria e Castelnuovo del Garda.

Un cordiale saluto va agli Sternsinger della diocesi di Fulda in Germania, che ringrazia, insieme a quelli di Austria e Svizzera, “per il loro impegno di andare di casa in casa per annunciare la nascita del Signore e raccogliere offerte per i bambini bisognosi”. “Frohe Weihnachten und ein gutes neues Jahr!”, aggiunge in tedesco.

Il pensiero del Vescovo di Roma va poi a quanti, nelle Diocesi del mondo intero, hanno promosso momenti di preghiera per la pace. In particolare, Bergoglio ricorda la marcia nazionale che si è svolta ieri a Vicenza e la manifestazione “Pace in tutte le terre”, promossa a Roma e in numerose città del mondo.

Il primo Angelus del 2015 si è quindi concluso con i rintocchi della grande campana denominata “Maria Dolens” di Rovereto, nel Trentino, realizzata in onore dei caduti di tutte le guerre e benedetta nel 1965 da Paolo VI. In collegamento tramite il CTV, tutti i presenti in piazza San Pietro hanno potuto ascoltare il suono della campana, accompagnato dall’augurio del Pontefice che esso “sia auspicio che mai più vi siano guerre, ma sempre desiderio e impegno di pace e di fraternità tra i popoli”.

“Buon anno a tutti”, ha concluso infine il Papa, “sia un anno di pace nell’abbraccio di tenerezza del Signore e con la protezione materna di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Per favore non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci”.

Per leggere il testo integrale dell’Angelus si può cliccare qui.

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ZENIT Staff

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